Il 2020 è stato veramente un anno orribile, in pochi mesi, infatti, la pandemia ha reso ancora più devastante la crisi economica in atto. E ora in Italia ci sono 1 milione di nuovi poveri in più*, oltre ai 4 milioni e mezzo di persone in stato di indigenza già prima del Coronavirus.
In mezzo a questo disastro ci sono i bambini. I nostri bambini.
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Come Alessia, 4 anni, che qualche giorno fa ha vissuto un momento straziante al supermercato.
La sua mamma si è messa a piangere dalla vergogna e dalla disperazione quando, alle casse, ha scoperto che non c’erano abbastanza soldi sul conto per pagare la spesa. «Perché?» ha continuato a chiedere Alessia, mentre la mamma rimetteva sugli scaffali gli alimenti per la cena.
Questo accade oggi, in Italia. Fa male saperlo.
È difficile per noi adulti capire fino in fondo cosa può provare un bambino in un momento così traumatico. Eppure, quando i nostri operatori mi hanno chiamato per raccontarmi questa storia, ho sentito un brivido freddo nelle ossa… era il freddo della paura. Perché la povertà spaventa.
Per i bambini, vuol dire vedere mamma e papà senza lavoro, angosciati dalle bollette, dall’affitto, dai debiti. Significa anche dover saltare la cena, non avere la merenda per l’intervallo a scuola o indossare pantaloni ormai troppo corti. Ma la situazione può diventare ancora più drammatica, nelle famiglie più fragili.
Perché nei momenti di crisi le violenze domestiche aumentano, è un dato di fatto. E i bambini sono lì, nella bufera, senza protezioni. Spesso sono le mamme a fuggire di casa con i loro piccoli in braccio; ma troppe volte sono i bambini stessi le prime vittime dei maltrattamenti in famiglia. Questi sono i drammi che affrontiamo ogni giorno!
Insieme a te, ci impegniamo a raddoppiare gli sforzi per sostenere le famiglie in povertà, accogliere e proteggere i piccoli maltrattati e trascurati, dare un nido sicuro alle mamme rimaste sole con i loro bimbi. Ma abbiamo anche deciso il programma di lavoro per i prossimi 10 anni.
L’abbiamo fatto guardando al futuro con l’obiettivo di essere sempre di più vicini ai bambini in difficoltà, ma anche alla storia della nostra Fondazione, al sogno da cui siamo partiti oltre vent’anni fa.
*Fonte: Coldiretti, giugno 2020