L’affido è una esperienza ricchissima di emozioni, di vissuti speciali, una esperienza di grande crescita per i bambini e per le famiglie che accolgono.
In questo spazio, una storia dopo l’altra, sarà un genitore affidatario, un figlio naturale, un bambino in affido attraverso la sua voce o la voce della sua famiglia, a farcene dono. Offrendoci una consapevolezza, un’emozione, una riflessione su quanto si è vissuto o si sta vivendo. Per entrare più in contatto con alcuni aspetti dell’affido, per cogliere di questa esperienza alcune note di unicità, di bellezza, anche di quotidiane difficoltà e del loro superamento.
Cristian, ora 21 anni, in affido da 5, dopo 4 anni in Comunità
“Fisicamente sono nato nella mia famiglia biologica. Poi mi sono trovato in una montagna da scalare, con tanti buchi, ogni volta ci cadevo dentro e mi facevo male. Provavo a risalire, ma continuavo a cadere. Poi sono arrivati quel giorno, stavo giocando, mi hanno portato via i servizi e mi hanno spiegato il perché. La comunità è un luogo neutro in cima a quella salita, una cima piatta, dove ti aiutano a capire che quello che vivevi era sbagliato e che c’è qualcosa di meglio. Io sono stato troppo tempo in comunità. Fossi arrivato qui (in famiglia affidataria) prima, avrei incominciato prima a ristrutturarmi. Poi siete arrivati voi, sono rinato fisicamente e nato psicologicamente. E da lì è iniziata la discesa, tutto è più facile. Nei casi gravi come il mio, non avrebbero dovuto farmi fare gli spazi neutri, ma chiedermi quando volessi incontrarli. Volevo essere ascoltato di più. Sarebbe meglio che i bambini come me, senza la possibilità di tornare a casa, fossero adottati, non in affido, ma è importante comunque che mantengano la propria identità “.
Grazie Cristian, per aver voluto condividere la tua testimonianza! Perché le parole di chi ne ha avuto esperienza sono il contributo più importante verso il cambiamento.
Pronta accoglienza della piccola Serena
Le famiglie che accolgono in affido temporaneo un neonato dalla sua nascita fino alla scelta della sua famiglia adottiva gli offrono il dono più grande: le amorevoli braccia di una famiglia ed il calore di una casa, anziché dover restare in ospedale o in una Comunità.
Oggi Serena, una di queste cucciole, ha conosciuto la sua mamma e il suo papà e la sua mamma affidataria ce lo racconta.
“Oggi è stata una giornata importantissima per lei: ha conosciuto mamma e papà.”
Una coppia dolcissima… quando li ho visti mi sono commossa. Sono belli e teneri.
Ci hanno subito detto che noi siamo un pezzo importante della vita di Serena. Che per loro sarebbe importante che noi continuassimo ad esserci nella sua vita. Non smettevano di ringraziarci per quanto avevamo fatto per la loro piccola. Abbiamo insegnato loro il cambio del pannolino, la preparazione del biberon e gli abbiamo raccontato tutto quello che abbiamo imparato con Serena.
Non riesco a descrivervi la gioia di partecipare a questo miracolo. E penso a tutte le volte che in questo mese mi hanno detto: io non potrei farlo mai, sapendo di doverla lasciar andare. Noi ci siamo sentiti fortunati di poter vedere una famiglia nascere.
Siamo felici di averla accolta e felici di accompagnarla verso una mamma e un papà splendidi.
Domani faremo il passaggio definitivo, ma siamo sereni.”
Diario di una coppia che ha accolto Anna, adolescente, in affido
Anche gli adolescenti sono cuccioli! E nei periodi rosa… raccomandiamo sempre di fare buona scorta di gratificazioni, per i tempi magri…
“Ieri abbiamo portato Anna al suo ristorante preferito. Se lo meritava dopo tutto l’impegno che sta dimostrando a scuola. E gli ottimi voti. Siamo molto felici per lei. Ogni giorno più bella e sicura delle sue capacità. A scuola è molto apprezzata dai professori e dai suoi compagni.
A lei a volte non sembra vero di essere finalmente compresa e di avere spazio per sé in casa. Oggetti suoi. La sua camera. I suoi animali. Essere di esempio per i compagni nelle esercitazioni in classe. Ha legato molto con mio marito. Ieri mi ha detto: adesso ho anche io un papà finalmente. Loro due fanno comunella a spese mie. Che bello.
È molto giudiziosa. Ieri ha fatto finalmente amicizia con la figlia coetanea della mia vicina.
Mia mamma ride solo se la vede e mio padre mi ha detto: quando vedo Anna io sto bene.
I miei suoceri la vorrebbero sempre da loro al pomeriggio.
Anna non crede di avere regali di Natale tutti per lei. Dice: sono troppi. Ha persino fatto un video.
Noi però le diciamo sempre: ricorda che i regali sono belli, ma ciò che conta è l’ affetto che sta dietro al regalo, il calore della famiglia. Lei questo lo ha capito e ogni giorno è sempre più serena.
Le abbiamo anche detto che anche se prende 5 o 4 a scuola non è un problema; se ha studiato e non ha capito siamo qui tutti per aiutarla. Non succede nulla. Anzi ci sta pure. Le facciamo gli esempi di quando anche noi abbiamo preso certi voti a volte….Lei ride e sorride. Pensare che quando è arrivata a giugno non rideva mai. La prima volta che ha riso è quando abbiamo festeggiato la sua camera nuova. Ha cominciato a ridere così tanto, ma così tanto dalla felicità che si è fatta andare di traverso la coca Cola.
Anna è così affettuosa ora. Certo, i momenti no ci sono eccome. Ci sono le fatiche. Le mie occhiaie… Ma ragazzi, quanta gioia nel vederla così oggi dopo pochi mesi!
Ogni giorno un passo avanti. Questo è il nostro regalo più bello di Natale.
Testimonianza di L., mamma affidataria di Luca, dopo sei anni di affido
“Non so per quanto tempo, ma sicuramente finché tu lo vorrai.
Per un po’, per tanto tanto tempo o finché avrò respiro, io ci sarò.
Tra qualche giorno sei anni assieme. Ogni affido ha la sua storia. In alcuni casi i genitori bio, quelli affidatari e i ragazzi si stringono per mano e camminano assieme, a volte rallentando il passo e sostenendo chi è più fragile. Altre volte ciò non è possibile. Non so se lo sarà mai. Ho perso la speranza, sinceramente.
Non pensavo fosse possibile “partorire” un figlio così grande di età. Ma ce lo siam detti che il giorno che mi hai confessato il tuo dolore, sei nato anche da me. Ed è stato un parto doloroso, quasi più di quelli fisici (io ne ho avuti due). Nessuno di voi abbia mai la presunzione di pensare che i ragazzi arrivati tardi in famiglia affidataria, non abbiano speranza. Luca è un esempio. Ha trovato un papà, una mamma, un fratello e una sorella. E ha trovato soprattutto sé stesso.”
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