Domani muoio…
ha detto un giorno Luca, uno dei bambini accolti nella nostra casa di accoglienza La Bussola. Luca ha 10 anni ed è impaurito per due motivi: perché si sente abbandonato da mamma e papà e perché, in più, c’è anche il coronavirus, là fuori, che uccide le persone.
Traumi familiari, solitudine, pandemia… tutto insieme: ecco cosa stanno affrontando i bambini come Luca.
Per questo oggi ti chiedo di non dimenticarli: hanno più che mai bisogno di lei, ora! È un momento delicatissimo per questi piccoli.
Per le sofferenze che si portano dentro, innanzitutto: sono stati affidati a noi, infatti, perché in famiglia c’erano drammatici problemi di violenza, droga, povertà, disagio psichico. E poi per le conseguenze della pandemia, che pesano molto sulla loro già difficile infanzia. L’obbligo di indossare la mascherina, il dover stare distanti dagli amichetti, il non poter andare a scuola e tutte le precauzioni da osservare li rendono così ansiosi, che chiedono di poter vedere il telegiornale. Non era mai successo, prima, a La Bussola.
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I bambini vivono i periodi di lockdown con emozioni contrastanti. Da un lato è molto dura per loro stare chiusi in casa così a lungo. Anche perché sono bambini che, forse più di altri, hanno bisogno di distrarsi, di muoversi e di potersi esprimere liberamente. Dall’altro lato, la paura e il pericolo che sentono provenire “da fuori” li spinge a cercare rifugio nello spazio sicuro e protetto de La Bussola e nell’abbraccio degli educatori, che affrontano situazioni non facili, con 7 bambini in difficoltà, in casa tutti insieme 24 ore su 24.
C’è il bambino che si chiude nel silenzio, bloccato dalla paura, quello che ha una crisi di pianto e di rabbia, un altro ancora che all’improvviso si mette in bocca oggetti di carta, legno, plastica… E nessuno viene trascurato: ciascuno riceve dagli educatori della casa tutte le attenzioni, l’aiuto e l’amore di cui ha bisogno.
Per evitare qualsiasi rischio di contagio, per esempio, abbiamo deciso di limitare il contatto con persone esterne. Compresi i volontari, che con il loro prezioso aiuto hanno sempre alleggerito il compito dell’educatore sostituendolo nel momento delle docce, in cucina e permettendogli di stare più tempo con i bambini. Rinunciare al supporto dei volontari vuol dire, per i due educatori de La Bussola, fare turni di 12 ore ciascuno. Eppure, nonostante la fatica, non perdono mai il sorriso e ancora più di prima offrono ai bambini tanti modi diversi per esprimere la loro creatività con bellissime attività.
Tra i nostri bambini, c’è chi ama preparare i biscotti in cucina, chi pianta fiori in giardino, chi canta e impara ad andare in bicicletta, chi disegna e colora mandala… ma tutti giocano alla “scatola delle emozioni”.
A ciascuno abbiamo chiesto di dare un colore a un pensiero per loro importante in questo momento.
Abbiamo scoperto così che per i nostri bambini il Coronavirus è nero, le giornate chiusi in casa sono grigie, l’amicizia è gialla come un sole caldo, i pomeriggi senza compiti sono azzurri, una carezza è rossa come il cuore e la speranza è verde.
Il gioco ha permesso di tirar fuori le emozioni di tutti ed è piaciuto moltissimo. Ecco perché ti invitiamo a donare sostenendo La Bussola con una donazione.
Il tuo aiuto è più che mai necessario, la nostra missione non può fermarsi per mancanza di fondi.
Grazie di cuore per quanto potrai a fare.