Insieme a Fondazione  Patrizio Paoletti per lo Sviluppo e la Comunicazione, stiamo realizzando attività di sostegno alle popolazioni colpite dai terremoti del 24 agosto e del 30 ottobre sul campo, dapprima nelle tendopoli allestite presso i comuni di Arquata e di Acquasanta Terme (AP) e attualmente negli alberghi di S. Benedetto del Tronto (AP) dove risiedono gli arquatani sfollati, insieme a rappresentanti di altri comuni altrettanto compromessi.

L’intervento attuale si è reso necessario a seguito del secondo sisma che ha obbligato i cittadini di Arquata del Tronto a trasferirsi in massa presso 5 alberghi di San Benedetto del Tronto e 2 strutture di Martinsicuro.

  • Incontri e attività comunitarie con la popolazione sfollata per la condivisione del vissuto attraverso l’ascolto e la realizzazione di attività educative e socializzanti a contrasto degli effetti del trauma e a rinforzo dei processi di resilienza comunitari
  • Attivazione di uno spazio di aggregazione giovanile, con attività laboratoriali con l’utilizzo di linguaggi espressivi, artistici e narrativi
  • Creazione di gemellaggi con scuole italiane e/o estere

Il progetto ha le sue radici nell’attività svolta dai primi di settembre in collaborazione con la Fondazione Patrizio Paoletti presso i campi di Acquasanta Terme e Arquata del Tronto.

Esso si sviluppa nell’ambito di una strategia d’intervento multidisciplinare che ha come finalità la protezione del bambino, l’accoglienza, il sostegno e la sua partecipazione alle attività nel contesto post-sisma.

Il progetto è quindi destinato alla popolazione infantile locale e alle famiglie ed è volto al miglioramento generale delle condizioni della comunità colpita.

In particolare l’intervento è rivolto a famiglie, bambini e insegnanti che operano ancora oggi in stato di emergenza, al fine di affrontare e risolvere gradualmente le problematiche condizioni di difficoltà emotiva e relazionale causate dal sisma.

Obiettivi specifici dell’intervento sono:

  • Proporre strumenti educativi ai genitori e alla comunità educante tutta utili a sostenere la sfida di adattamento alla situazione di crisi attraverso lo sviluppo di competenze emotive, cognitive e sociali adeguate.
  • Favorire la costruzione di una narrazione che dia voce e restituisca senso all’esperienza vissuta dai singoli e dalla comunità. In questa direzione può essere funzionale la creazione di una relazione con altre realtà sociali e scolastiche non direttamente coinvolte dall’emergenza.

L’emergenza è finita ma non il bisogno.
Noi restiamo qui, aiutaci ricostruire le storie di tanti bambini.