Nel cuore della notte Greta è ancora sveglia. Da sotto le coperte fissa il lampadario rischiarato dall’ultimo quarto di luna di agosto, mentre la sua mente resta dolcemente aggrappata ai ricordi dell’estate che sta finendo, alle sue amiche del cuore, al picnic che è programmato per il weekend… RRUUUMMBLE!

Un rombo mai sentito prima spezza l’incantesimo. Le pareti cominciano a scricchiolare, l’armadio ondeggia, il letto imbizzarrito sembra volerla disarcionare, i libri e i peluche cadono dagli scaffali come se un temporale fosse scoppiato nella cameretta. “Greta! Greta! Esci di casa!”… Ma le urla di sua madre dall’altra stanza vengono subito soffocate dal frastuono del controsoffitto che crolla in corridoio.

Poi, dopo qualche interminabile secondo, il mondo si ferma, lentamente come quando una bicicletta senza pedalata finisce la sua corsa, e una nuvola di polvere comincia ad avvolgere tutto. “Greta dove sei?! Stai bene? Parlami!”. Greta sente ma non parla perché è terrorizzata.

Non batte un ciglio, non riesce nemmeno a deglutire. Può solo alzare le lenzuola sopra la testa per nascondersi. “Magari è stato solo un brutto sogno…”. Invece è la realtà di un potente terremoto che ha 32 quasi distrutto il suo paese; a causa dello shock, dopo quella notte Greta è stata in silenzio per alcuni giorni. Anche se gli ingegneri della Protezione Civile hanno dichiarato agibile la sua casa, lei non ha voluto più entrarci e ha preferito andare a dormire nella tendopoli. Non rientrerà a casa finché non finiranno le scosse, così ha detto alla mamma.

I Bambini del terremoto in centro Italia

Il grande tendone dove opera la Fondazione è l’unico posto “al chiuso” dove si sente veramente al sicuro e ci trascorre diverse ore tutti i giorni. Gli educatori la fanno parlare, la fanno disegnare e la fanno giocare con gli altri bambini di Acquasanta, piccolo borgo delle Marche.

Le fanno “attraversare” nel modo migliore un’esperienza che sarebbe durissima per chiunque, figuriamoci per una bambina di 10 anni. E ora, un po’ alla volta, sta rimettendo insieme i pezzi: le sta tornando la voglia di ridere, di aprirsi, di non avere nulla da temere. Il gioco di ieri si chiamava “facciamo le maschere delle emozioni”.

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L’Arcobaleno di Marta è la storia illustrata che descrive il progetto per il “Terremoto in centro Italia de L’Albero della Vita

Marco ha scelto la felicità, Chiara l’allegria, Mirco l’euforia… Solo lei ha avuto il coraggio di scegliere la paura. L’ha comunicato un po’ sottovoce, “paura”, e per realizzarla ha scelto il cartoncino nero.

Lentamente, quasi senza accorgersene, sopra quel cartoncino buio come i suoi incubi ha cominciato a disegnare onde e stelle con colori chiari e luminosi, una dopo l’altra fino a che il nero della paura si era trasformato in un arcobaleno.

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