In questo nuovo dramma, mentre si pensa a recuperare dispersi, a far fronte all’emergenza aggravata dal maltempo che non lascia tregua, non bisogna trascurare e dimenticarsi dei bambini che, da agosto, continuano a vivere ripetutamente il trauma del terremoto.
Sono i bambini di Arquata del Tronto, di Accumoli e di Amatrice. Minori che in pochi mesi sono sottoposti a continue situazioni traumatiche. L’esperienza violenta e dolorosa del terremoto sta entrando nella vita di tanti bambini che si trovano ad affrontare situazioni prima sconosciute come la paura e la gestione del trauma.
Il nostro team scientifico (insieme a Fondazione Patrizio Paoletti), ha potenziato l’intervento nelle ultime ore per assistere al meglio le famiglie e i bambini che seguono ormai da oltre 4 mesi. Siamo specializzati nell’applicazione delle conoscenze pedagogiche al fine di gestire eventi avversi ed emergenze naturali, composto da psicoterapeuti, psicologi, pedagogisti ed educatori e operativa dal 24 agosto nelle zone del Centro Italia,
“Siamo attivi presso la Domus di S. Benedetto insieme ai volontari della Diocesi di Ascoli e della Caritas di S. Benedetto. Abbiamo fatto cordata per far fronte all’emergenza e rispondere alla richiesta delle mamme di organizzare delle attività per i bambini che erano stati evacuati da scuola.
La situazione è aggravata dalle condizioni metereologiche perché quei territori sono nella morsa di neve e gelo e già avevano riscontrato disagi, come la mancanza di energia elettrica, nei giorni scorsi. G
li adulti sono letteralmente afflitti anche al pensiero che con queste ultime scosse quel poco che era rimasto delle loro case e dei loro paesi sarà venuto giù. I bimbi e i ragazzi invece sembrano abbastanza sereni e ora stanno giocando divisi in piccoli gruppi nel grande salone, accompagnati da operatori e volontari delle diverse organizzazioni.”
Queste le prime parole degli operatori direttamente dal campo.
Sono circa 30 gli operatori che le due Fondazioni hanno coinvolto nella gestione dell’emergenza da agosto ad oggi (educatori, pedagogisti, psicologi, assistenti sociali che hanno sviluppato, sulla scia delle esperienze dell’Abruzzo, dell’Emilia Romagna, Haiti e Nepal, un’esperienza nella gestione del trauma post terremoto.