CATS – Children as Actors for Transforming Society è una conferenza internazionale giunta alla sua quinta edizione e che ogni estate ci vede protagonisti nella splendida cornice del Castello di Caux presso il lago di Ginevra. La nostra delegazione, composta da quattro studenti romani e due educatrici, dal 29 luglio al 4 agosto ha avuto l’opportunità di incontrare oltre duecento partecipanti di diverse nazionalità e di tutte le età, convenuti al meeting per riflettere insieme e sperimentare forme possibili di convivenza multiculturale. “Reaching for an inclusive world”: come possiamo imparare a vivere in un mondo interculturale in cui ciascuno sia incluso?
Alla luce della raccomandazione delle Nazioni Unite, secondo cui nessun bambino dovrebbe essere lasciato indietro, CATS 2017 ha permesso anche ai ragazzi con un difficile vissuto di esclusione alle spalle di esprimersi e dar voce alle proprie idee, condividendo esperienze di vita e prospettive per un futuro migliore; così come ha dato modo a giovani, adulti e organizzazioni di scambiare sane pratiche sociali ed educative, supportarsi nelle difficoltà, ispirarsi vicendevolmente tramite valori e metodologie essenziali nella costruzione di un mondo maggiormente inclusivo e a misura dei più giovani.
Innumerevoli sono state le opportunità di gioco, confronto, costruzione, divertimento, espressione artistica, incontro interculturale… utili a parlare e a sperimentare forme di convivenza alternative. L’ambiente stimolante e rassicurante ha favorito l’instaurarsi di relazioni costruttive tra bambini, giovani e adulti con differenti esperienze, bagagli culturali, punti di vista sul mondo e la società. Persone accomunate, in ogni modo, dalla profonda fiducia nelle possibilità di cambiamento insite in ciascuno di noi e, in particolare, nel potere trasformativo dei più giovani e del loro diritto all’ascolto e alla partecipazione.
La voce, ora, è quella dei nostri giovani, studenti romani che hanno colto l’opportunità di vivere un’esperienza straordinaria: Brando, Federico, Teodora.
TEODORA – Spesso vengono pronunciate parole vuote, dette senza la reale intenzione di attuarle, per cortesia. CATS è stato il momento e il luogo in cui le parole hanno preso corpo e sono diventate reali. Da chiacchiere da bar si sono trasformate in opportunità da cogliere e sfruttare. Hanno raggiunto una dimensione globale e dimostrato che, in fondo, in qualsiasi parte del mondo ci troviamo, tutti vogliamo le stesse cose e parlare è possibile davvero. È un’esperienza che dimostra che gli unici muri esistenti sono causati dall’ignoranza e dalla mancanza di curiosità; dà speranza in un mondo migliore costruito dai bambini, che fin da piccoli, respirando aria internazionale, potranno un giorno diventare adulti cosmopoliti, la cui unica patria sia la Terra, e che imparino a prendersene cura. CATS è il luogo e il momento in cui è possibile vedere il futuro e mi sento onorata di aver avuto la possibilità di vederne uno spiraglio, che è stato tuttavia una boccata d’aria fresca alla quale difficilmente rinuncerò in futuro.
Ringrazio per questo L’Albero della Vita con tutto il mio cuore. Grazie a voi ora ho amici in Egitto, America, Scozia, Galles, Australia, Francia e tante altre parti del mondo. Senza di voi, non sarei nemmeno mai venuta a conoscenza di questa possibilità, che apre le porte ad un’esperienza perfino diversa dal visitare un nuovo paese: non si incontra un solo popolo ma l’intero mondo si riversa addosso a chi ha l’incredibile fortuna di trovarvisi, quasi con violenza. Prepotente, non aspetta nessuno e spalanca gli occhi di chi guarda, generando in me in particolare una meraviglia tale da portarmi ogni mattina a pizzicarmi il braccio. Tornare in Italia è stato come tornare alla realtà, una realtà che ora appare ristretta come una maglia in lavatrice. Onestamente, non credevo che sarebbe stato così, non pensavo che sarebbe stato così forte, così incredibile. E per questo vi devo tantissimo, grazie.
FEDERICO – Anche quest’anno 7 giorni di pura magia nel castello di Caux, vissuti in un mondo parallelo, in un posto unico che riunisce il mondo nella sua varietà, nelle sue tradizioni, nelle sue differenze. Tutti uniti da un impegno comune, raggiunto tramite ore di attività, conferenze e giochi.
Quest’anno il tema portante riguardava l’esclusione e l’inclusione, un argomento che colpisce tutte le società, chi più e chi meno, trattato sui vari livelli, utilizzando come misura le “etichette” che vengono assegnate alle persone e quindi come superarle.
È stata una settimana fantastica fatta di incontri, di amicizie, di tutte queste persone e delle loro storie, dei loro racconti, delle loro opinioni. Fatta delle persone che forse riusciranno ad essere il cambiamento del futuro.
BRANDO – Parlo del CATS e di Caux già con molta nostalgia, pur essendo tornato da pochi giorni. Ho molte cose da raccontare ai miei amici con la speranza di riuscire a trasmettere ciò che ho provato e tutto il mio entusiasmo. Non credevo che un progetto potesse entrarmi così nel cuore. Diverse cose mi hanno stupito, come le differenti usanze dei gruppi etnici presenti o le attività svolte, ma la cosa che mi ha sorpreso di più era l’emozione di un padre nel vedere il figlio sorridere: solamente in quel momento ho capito il valore di questo progetto. Inizialmente le attività mi sembravano banali, ci esercitavamo su azioni quotidiane, come parlare o presentarci, ma poi ho capito che dovevamo lavorare proprio su questo. A lungo andare possiamo scordarci il valore di un sorriso o di un abbraccio e il CATS aveva lo scopo di ricordarci ciò.
Inoltre abbiamo discusso di argomenti più importanti e delicati, come l’esclusione in ambito sociale, il bullismo e i pregiudizi. Non è stato facile per alcuni raccontare le proprie esperienze, mentre li ascoltavo si leggevano nei loro visi il dolore e la tristezza provati. C’erano ragazzi con i genitori carcerati, altri emarginati dalla società, altri con problemi familiari e padri che hanno perso i figli… mi commuovo tutt’ora a scriverlo mentre mi torna in mente l’immagine di un padre tailandese che spiega al nostro gruppo di aver perso un figlio due anni fa. Tutte queste persone hanno un’incredibile energia per andare avanti ed una forza positiva inimmaginabile, tutti noi ne avremmo bisogno e ringrazio loro per avermela trasmessa attraverso il racconto delle loro esperienze.
Ci sono stati anche momenti molto divertenti come la disco night e la talent night dove abbiamo mostrato la nostra forza in ambito musicale. Per il progetto dei 90 giorni, ovvero un progetto per presentare le iniziative del CATS nei nostri luoghi di vita, abbiamo deciso di lavorare con le scuole per affrontare con gli studenti argomenti come il bullismo e l’esclusione cercando di sensibilizzare.
Ringrazio L’Albero della vita per avermi permesso di partecipare a questo progetto che ha in parte cambiato il mio modo di pensare e di dare valore ai gesti, e ringrazio le accompagnatrici, Laura e Giulia, due persone fantastiche cariche di energia e di voglia di fare.
foto di: Federico Chen