Negli ultimi 20 anni, il mar Mediterraneo è stato la tomba di oltre 20 mila persone, senza contare i morti nel 2014. Tanti di loro erano bambini. Ma tanti piccoli continuano ad arrivare. Oltre 9mila sono sbarcati quest’anno, 2100 erano siriani. Nella Giornata Mondiale del Rifugiato, vogliamo fare il punto sulla situazione dell’Immigrazione in Italia e nel Mondo

Dall’inizio dell’anno sono sbarcate circa 57mila persone, il 7% minori non accompagnatiIl ministero dell’interno ha stimato in 200mila-300mila i possibili arrivi quest’anno, ma va detto che il consiglio italiano per i rifugiati l’ha smentito, definendo le cifre inverosimili. Nel 2013 sono sbarcati in Italia circa 8mila minori stranieri, 5mila non accompagnati. Sarebbero 9mila i ragazzi non accompagnati in Italia, secondo una ricerca dell’Anci.

Siriani molti dei bambini sbarcati. 5 anni la media

Ben 1.542 dei 2.124 bambini soli sbarcati in Italia da inizio anno fino a fine maggio sono siriani. Hanno in media 5 anni, ma ce ne sono anche di molto più piccoli. Come nella Bibbia la madre di Mosè lascia alle acque la salvezza del figlio, per evitarne la morte, così i genitori siriani fanno partire i loro piccoli, sperando che superino l’ostacolo del mare e in Europa trovino qualcuno che li possa aiutare, che possa garantire loro una vita migliore. Pur di non farli vivere (e soprattutto morire) in mezzo alla guerra o in schiavitù in qualche paese del nord Africa, rischiano il tutto per tutto. In alcuni casi sono arrivati barconi pieni di ragazzini. Degno di nota un barcone di maggio, su cui viaggiavano 488 migranti tra cui 171 minorenni. Molti, 141, erano bambini e bambine siriane che viaggiavano con i genitori.

Come raccontano gli operatori allo sbarco, ma anche i nostri operatori a Milano, la maggioranza delle famiglie siriane fuggite appartiene alla classe media: sono professionisti, imprenditori, commercianti, agricoltori o allevatori. Sono scappati oltre 1 o 2 anni fa, ma il viaggio si è dimostrato molto più lungo del previsto. Hanno vissuto in Egitto in condizione precarie, a volte anche in Libia. Sono stati perseguitati in questi paesi instabili, nessuno voleva dare loro un lavoro, alcuni sono stati anche arrestati senza motivo, e anche i figli hanno ricevuto minacce. Sentendosi in pericolo, hanno deciso di ripartire per l’Europa

5000 minori aiutati a Milano, 90 al giorno nei nostri spazi

La città di Milano è diventata crocevia di molti immigrati, soprattutto siriani, sbarcati nel Sud Italia e che sognano di varcare il confine per ricongiungersi a parenti nel Nord Europa. Nelle strutture gestite da Fondazione Progetto Arca e dalla Cooperativa Farsi Prossimo abbiamo aperto due spazi ricreativi per i bambini, per aiutarli a superare le brutte esperienze passate e ritrovare un po’ di tranquillità e felicità.

L’assessore Majorino ha parlato di 10.000 siriani accolti, il 50% minorenni, con l’aiuto di operatori ma anche di tanti volontari, a cui va il nostro ringraziamento. Scappano, insieme alle loro famiglie, anche loro da un contesto di guerra, morte e violenza. Nei nostri spazi ne stiamo accogliendo 90 al giorno. Bambini che nella maggior parte dei casi non sono mai andati a scuola: faticano a fidarsi, a seguire una routine, a concentrarsi, a condividere giocattoli e momenti di gioco con altri bambini e a confrontarsi in maniera non aggressiva, come i loro genitori. Non sono mai andati a scuola, non conoscono neppure i nomi dei colori
Scopri il nostro progetto per l’Emergenza Profughi Siriani a Milano

Tante rotte per l’Europa, tantissimi i morti

Fortress Europe racconta che dal 1988 sono morte lungo le frontiere dell’Europa almeno 19.781 persone, ben 2-300 nel solo 2011 e 801 nel 2013. Ma le rotte sono tante, non solo quella che porta a Lampedusa. Ci sono gli immigrati in Grecia, che rischiano anche il linciaggio dai nuovi gruppi politici razzisti, tanto che un immigrato è stato dichiarato rifugiato politico in Belgio per le minacce degli estremisti greci. Ci sono coloro che cercano di arrivare in Francia sotto i camion, come fanno molti giovani afghani per passare le frontiere tra Grecia e Turchia, ma anche per arrivare in Italia con i traghetti. C’è chi tenta la fortuna scavalcando le alte mura delle enclavi spagnole in terra marocchina, Ceuta e Melilla, difese dalle armi della polizia. E infine chi sfida l’oceano, i forti venti dell’atlantico e le navi della marina spagnola per passare dal Marocco alle isole Canarie della Spagna.

11 milioni di rifugiati nel mondo

Ma la cronaca di questi giorni dimostra che il grande problema dei rifugiati è fuori dall’Europa. In Iraq oltre 500mila persone stanno fuggendo dall’Iraq a seguito degli scontri tra estremisti islamici e l’esercito. Intere famiglie, con tanti bambini piccoli costretti a lasciare tutto per salvarsi la vita. In generale secondo l’Unhcr a metà 2013 sono oltre 11,1 milioni i profughi, oltre 600mila in più dello stesso periodo 2012.

L’Italia in basso nelle classifiche di accoglienza

Sembrerà strano, ma sul podio dei paesi col maggior numero di rifugiati c’è il Pakistan con 1,6 milioni di ospitati, l’Iran con 862 mila, Giordania e Libano con circa 600mila. Questo perché sono vicini ai grandi scontri, oltre ai paesi arabi che ospitano i profughi della diaspora palestinese. Seguono Kenya, Turchia, Ciad, Etiopia, Stati Uniti. L’Italia ospita 64mila rifugiati. Si scappa soprattutto da Afghanistan (2,5 mln) Siria (quasi 2 milioni, ma sono stime dell’anno scorso e salite di oltre 1 milione in un anno), Somalia (1,1 mln) e poi Sudan, Repubblica democratica di Congo, Myanmar, Iraq, Colombia, Vietnam, Eritrea.