Emma scende dall’auto sorridendo. E’ una bimba vivace e allegra, con due enormi occhi blu, uguali a quelli di mamma Alessandra.
Ha portato con se Miele, un cagnolino di peluche, il suo preferito. Mi viene incontro parlando a bassa voce: ha paura di svegliare Noemi, la sorellina di due mesi che dorme placida in auto. Noemi è “figlia del terremoto”: Alessandra ha passato tutta la gravidanza fra tendopoli e hotel. Era incinta di appena un mese quando è scoppiato l’inferno. Ma sono tenaci queste tre piccole grandi donne che ho attorno.
Lo vedo dal sorriso di mamma Alessandra, che non si spegne mai, neppure quando racconta ciò che è accaduto. Mi dice che è stata dura, certo, ma che allo stesso tempo ha avuto modo di conoscere tantissime persone splendide.
A partire proprio dagli operatori dell’Albero della Vita, con i quali ha collaborato ai laboratori per i bambini, perché lei ferma non ci sa stare. Mentre parliamo, Alessandra segue con lo sguardo Emma: la ferma ogni qualvolta si avvicina troppo a casa. Casa: che era rifugio sicuro e i cui muri ora sono spanciati, pericolanti.
Una persiana è rimasta per metà appesa, chissà come, un vaso di fiori, forse ancora carico di terra, penzola da una balaustra. E’ pericoloso stare vicino ai muri, e così al posto di ripararci dal torrido sole di giugno restiamo a chiacchierare in mezzo al cortile. Seguo Emma nel suo posto preferito: il viottolo che conduceva al bosco.
Mi racconta di come facesse lunghe passeggiate col nonno, della vipera che un po’ da sempre alberga quel prato e che, a dire del nonno, è “furba”, non si fa beccare. D’improvviso si alza un vento tiepido, qualcosa, lì vicino, sbatte. Gli occhi blu di Emma si fanno enormi, terrorizzati. Scappa accanto a mamma Alessandra, le si avvinghia con un braccio e stringe forte Miele. Emma ha paura del vento. Perché è il vento che è arrivato per primo: non le macerie, non il rumore.
Una folata di vento forte, che ha fatto sbattere persiane, porte, finestre. Vento che ha spazzato via certezze, quotidianità. Emma ha paura del vento. Poi dall’auto arriva un vagito: Noemi si è svegliata. Emma si stacca da Alessandra e corre verso l’auto. Le canta una ninna nanna, con una voce dolce, sottile, una voce bambina che commuove e rassicura. Emma ha paura del vento ma la vita è comunque più forte.