Sono oltre 7 milioni * (fonte Miur) gli studenti che si stanno preparando al rientro sui banchi di scuola e in un momento così importante dell’anno, e con un Governo che si è appena costituito, vogliamo sottolineare come il sistema educativo debba cercare di migliorare il rendimento scolastico complessivo degli studenti e, soprattutto, non creare situazioni di svantaggio per i bambini e i ragazzi che arrivano da situazione di difficoltà e deprivazione culturale e materiale.

Solo un sistema equo e di qualità per tutti può garantire una riduzione del gap tra studenti che arrivano da background sociali diversi. È ormai evidente che il tema della condizione materiale è strettamente legato a quello dell’istruzione.

2/3 dei bambini con i genitori senza diploma restano con lo stesso livello d’istruzione, rispetto a una media Ocse del 42%. In questo modo si alimenta un circolo vizioso, che porta all’ereditarietà della condizione sociale, economica, educativa. Il risultato è che bambini e ragazzi con carenti strumenti culturali e di reti sociali hanno minori possibilità di costruirsi un futuro stabile, con un lavoro ben retribuito negli anni a venire.  

Investire sull’educazione di un bambino oggi significa garantire una prospettiva futura all’adulto che diventerà.

Tanta consapevolezza a fronte di una fotografia del nostro Paese sui banchi di scuola allarmante, secondo i dati:

  • il 39 per cento degli italiani nella fascia tra i 25 e i 64 anni non possiede un titolo di studio superiore alla terza media (fonte TuttoScuola);
  • il 30 per cento è analfabeta funzionale, ossia non è in grado di mettere in pratica ciò che ha studiato, addirittura il doppio rispetto alla media europea del 15 per cento. Secondo la definizione del rapporto Piaac-Ocse, un analfabeta funzionale è più incline a credere a tutto ciò che legge in maniera acritica, non riuscendo a “comprendere (…) testi scritti per intervenire attivamente nella società”. Il pensiero non può non correre ai crescenti rischi di manipolazione attraverso i social e i media tradizionali;
  • in terza media (dati Invalsi di quest’anno) il35% degli alunni non è in grado di comprendere un testo in italiano, ma in Calabria la percentuale sale al 50%. In inglese la quota di studenti che non arriva al livello prescritto (A2) è del 30% nel Nord Ovest, del 25% nel Nord Est, del 35% nel Centro, del 54% nel Sud e del 61% nel Sud e Isole.
  • nelle superiori se gli alunni deboli in italiano sono il 30% in media, in Calabria e Sardegna raggiungono il 45%. In Matematica il quadro peggiora e appare ulteriormente differenziato fra le diverse aree del Paese: la percentuale di alunni che non arriva al livello minimo è del 32% nel Nord Ovest, del 28% nel Nord Est, del 35% nel Centro, del 48% nel Sud e del 56% nel Sud e Isole.
  • le rilevazioni Ocse-Pisa indicano anche un sensibile peggioramento dei rendimenti scolastici degli studenti a livello europeo. In media un quindicenne su 5 non raggiunge competenze sufficienti in lettura, matematica e scienze.

Numeri sconcertanti ai quali aggiungere l’emorragia di 3 milioni e mezzo di studenti che negli ultimi vent’anni hanno lasciato la scuola secondaria superiore statale (su 11 milioni di iscritti).

In questo contesto si inserisce il fenomeno della povertà delle famiglie italiane, che da molti anni la Fondazione sta cercando di contrastare. La povertà priva le famiglie di gran parte degli strumenti necessari a fronteggiare la situazione di crisi e le conseguenti difficoltà relazionali che si generano al suo interno. Questo non è imputabile solo al ridimensionamento dei propri mezzi economici, quanto piuttosto alla riduzione della capacità di contenimento della preoccupazione e all’imprigionamento in uno stato di frustrazione costante.

Garantire un’educazione adeguata e combattere il fenomeno della dispersione scolastica rappresenta uno degli asset fondamentali del lavoro di Fondazione L’Albero della Vita e rientra in una strategia multidimensionale che punta a valorizzare la ri-attivazione delle risorse della famiglia e, contemporaneamente, a favorire lo sviluppo del potenziale dei bambini.