6 febbraio 2016, Giornata Mondiale contro le Mutilazioni Genitali Femminili

Al via il nuovo progetto CHAT, promosso da Fondazione L’Albero della Vita onlus, per contrastare la pratica delle mutilazioni genitali femminili, un fenomeno dai numeri ancora allarmanti: si stima che in Europa siano 500 mila1 le donne che hanno subito mutilazioni genitali, 180 mila le bambine a rischio ogni anno e 30 milioni nei prossimi 10 anni in tutto il mondo. Solo in Italia, secondo gli ultimi dati di una ricerca commissionata dal Dipartimento per le Pari Opportunità2, sono presenti 35 mila donne che hanno subito la pratica.  Una stima3 sulle bambine a rischio è stata invece realizzata dalla stessa Fondazione all’interno del dossier Il Diritto di essere bambine, che presentava nel 2011 dati relativi a 7.727 bambine a rischio, di cui il 70% di età compresa fra i 3 e i 10 anni, iscritte alle scuole d’infanzia e primarie.

Una vera e propria violenza di genere, che comprende tutte le procedure che comportano la rimozione parziale o totale dei genitali femminili esterni o altre lesioni agli organi genitali femminili per ragioni non mediche. Una violazione del corpo e dei diritti dell’infanzia, con vittime bambine e ragazze di età inferiore a 15 anni e sempre più piccole perché non ricordino abbastanza da poter raccontare quanto hanno vissuto.

Questa pratica, ancora diffusa in oltre 20 Paesi africani e in alcuni Paesi della penisola arabica, è spesso difesa nelle comunità di origine in quanto connessa a riti di iniziazione femminile e di integrazione sociale. È quindi sulle comunità che bisogna fare leva per diffondere la consapevolezza dei gravi danni, fisici e psicologici, che questo intervento provoca in chi lo subisce.

La giornata mondiale 2016 punta sulla formazione e sul coinvolgimento di medici, infermieri, ostetriche e chirurghi perché diventino sostenitori della “tolleranza zero” nei confronti delle MGF.

Fondazione L’Albero della Vita, organizzazione italiana impegnata da quasi 20 anni a difendere e promuovere i diritti, il benessere e lo sviluppo di bambini, ragazzi e famiglie che vivono condizioni di disagio e marginalità sociale, da anni rivolge proprio alle comunità l’attività di sensibilizzazione e prevenzione delle Mutilazioni Genitali Femminili.

Con il nuovo progetto CHAT – Changing Attitude. Fostering dialogue to prevent FGM finanziato dalla Commissione Europea, L’Albero della Vita allarga il suo campo d’azione nella lotta al fenomeno delle MGF lavorando fianco a fianco con partner di altri 5 Paesi europei: Portogallo, Austria, Spagna, Paesi Bassi, Regno Unito.

Il progetto, che durerà sino al 31 gennaio 2018, ha tre obiettivi principali: favorire l’azione all’interno delle comunità interessate, individuando e supportando 120 “Positive Deviants”, ovvero agenti di cambiamento, persone che possano attivamente favorire un cambio di attitudine; coinvolgere le piccole e medie imprese nelle azioni di sensibilizzazione, contrasto alla violenza di genere e nel sostegno a campagne in favore della lotta alle MGF; facilitare azioni di co-sviluppo con associazioni di migranti o attori istituzionali quali ambasciate e consolati.

Un impegno che ha visto tra il 2014 e il 2015 la Fondazione L’Albero della Vita coinvolgere in due progetti in Lazio e Piemonte oltre 100 donne a rischio, delle comunità migranti, nella prevenzione e lotta a questa pratica, attraverso cicli di incontri tra famiglie con bambini e personale socio-sanitario ed educativo.

L’idea di base è che il cambiamento comportamentale sia generato dal dialogo e dal confronto interno alle comunità, in cui gli stessi beneficiari del progetto abbiano un ruolo attivo nel contrasto alle MGF e possano individuare e attuare delle soluzioni al problema. 

“La scommessa dei diritti dei bambini non la si vince mai da soli – dichiara Ivano Abbruzzi, Presidente della Fondazione L’Albero della Vita – e questo è ancora più vero per un fenomeno così complesso come quello delle Mutilazioni Genitali Femminili. Storia, religione, cultura di popolazioni per lo più africane si intrecciano con i fenomeni migratori che hanno investito l’Europa negli ultimi decenni e con le tematiche di interazione e integrazione culturale che viviamo con grande intensità. Il progetto Europeo che lanciamo oggi, in occasione della Giornata mondale contro le MGF, coglie questa sfida mettendo insieme non solo istituzioni e organizzazioni della società civile, ma anche il mondo dell’impresa in un’ottica di co-sviluppo volta a trovare nuove soluzioni e favorire creatività in ambito sociale su un tema delicatissimo che coinvolge decine di migliaia di bambine in tutta Europa”.

Il progetto CHAT mobilita 2.700 soggetti e prevede 180.000 beneficiari finali con un approccio culturale caratterizzato da attività di formazione, comunicazione interculturale, promozione del co-sviluppo, condivisione e ottimizzazione di best practices.

I Partner del progetto sono: Fondazione L’Albero della Vita Onlus (FADV), Assoçiasao para o pleneamento da Familía (APF), African Women’s Organisation (AWO), Fundación Wassu-UABUniversitat Autònoma de Barcelona (WASSU), Himilo Relief and Development Association (HIMILO), Iranian and Kurdish Women’s Rights Organisation (IKWRO).

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1Fonte Rapporto EIGE emesso dal Parlamento europeo del 29 maggio 2013

2 Istituto Piepoli, Ricerca del 2009

3 La stima è stata prodotta dalla Fondazione L’Albero della Vita nella pubblicazione il “Diritto di essere bambine”,   dicembre 2011. Il Dossier è consultabile qui: ://wwww.alberodella vita.org/pubblicazioni/diritto-essere-bambine/