Quando guardiamo un ragazzo immigrato cosa vediamo? Un immigrato? È un errore comune. Invece i ragazzi prima di tutto sono giovani, adolescenti con tutti i problemi tipici della propria età, dai primi amori alle paure per il futuro, dalla voglia di realizzare i propri sogni alla difficoltà di non sapere da che parte iniziare.
È proprio questo il messaggio che il gruppo di ragazzi di “Dietro lo Specchio” ha voluto mandare con il proprio lavoro.
A Mestre abbiamo organizzato un laboratorio per giovani migranti dell’Est, che vivono in Veneto lontano dalla loro famiglia. Abbiamo chiesto loro di sfruttare fotografie e tecnologie digitali per raccontare la loro esperienza, ma prima di tutto le loro sensazioni.
Giovani prima che immigrati
I ragazzi non si sono tirati indietro, ma hanno voluto puntare l’attenzione su un particolare ovvio, ma non per tutti: loro prima che immigrati, sono giovani. E non scappano neppure loro dai problemi dell’età. L’unica differenza, è che essere adolescenti in un paese nuovo è diverso da esserlo nello paese in cui sono nati.
Sono emersi racconti toccanti, ma anche sprazzi di vita quotidiana molto carini. Per raccontarli, hanno costretto il pubblico ad immergersi nei loro lavori con una mostra itinerante e interattiva all’interno della quale i partecipanti si sono ritrovati ad essere sia spettatori che attori. La mostra è stata seguita dalla proiezione delle storie realizzati dai ragazzi e da due momenti musicali in cui si sono esibiti bambini provenienti da Ucraina e Moldavia: il momento musicale è stato realizzato dall’associazione nazionale moldava e da quella ucraina che hanno offerto anche il buffet finale con piatti tipici.
All’evento, organizzato dai nostri partner Comune di Venezia Servizio per l’immigrazione e Cooperativa Novamedia, hanno partecipato circa 40 persone. La serata è stata organizzata in modo da permettere ai partecipanti di sperimentare l’esperienza vissuta dai ragazzi. Molto particolare è stata anche la location dell’evento, ovvero, La Casa Baisizza, un edificio utilizzato per molti anni come luogo di ritrovo di tossicodipendenti e di spaccio, finché un gruppo di cittadini ha deciso di riqualificarlo e adibirlo a spazio di partecipazione e cittadinanza attiva, trasformandolo in un punto di riferimento per il quartiere. Anche un simbolo per questi giovani che si stanno ricostruendo una nuova vita.