Sabato sera, intorno alle 20.12 ora locale la terra è tornata a tremare ad Haiti. Il sisma di magnitudo 5.9 con epicentro nel canale della Tortuga a circa 20 km dalla costa nord di Haiti, di fronte alla città di Port-de-Paix, è stato avvertito fino alla capitale. La Protezione Civile Haitiana è subito entrata in azione, così come molte ONG presenti sull’isola, per cercare di comprendere l’entità dei danni.
Dopo la confusione della notte, già dalle prime luci dell’alba sono state diffuse le prime cifre, si parla di 12 vittime, 188 feriti e centinaia di case crollate o rese inagibili. Le zone più colpite sono state le città di Port-de-Paix, Gros-Morne, Chansolme e l’isola della Tortuga. Chiese, scuole, auditorium ed ospedali sono stati duramente colpiti rendendo ancora più complesse le azioni di primo soccorso e l’ospedalizzazione dei feriti.
Va evidenziato che Port-de-Paix non è collegato a nessun’altra città da strade asfaltate, ma per raggiungere la capitale sono necessarie ben 6 ore di auto, di cui 4 su sterrato reso semi impraticabile dalle forti piogge dei giorni scorsi.
Nelle prime ore si è diffusa anche l’allerta tsunami, che per fortuna è stata smentita prontamente dalle autorità invitando la popolazione alla calma e diffondendo avvisi sul buon comportamento da tenere in caso di nuove scosse di assestamento.
Maddalena, missionaria italiana che da 15 anni si dedica alla cura dei bambini disabili nel dipartimento del Nord-Ouest nel centro Aksyon Gasmy (centro beneficiario del progetto “Accogliere per reinserire” cofinanziato dalla Cooperazione Italiana di cui FADV è partner assieme a Pro.Sa -capofila-, CISV e Progetto Mondo Mlal), ha fatto il punto della situazione:
“Sono a Mawouj. Qui il terremoto è stato molto forte. Scossa prolungata, sussultoria e ondulatoria. Siamo shoccati ma salvi. Immediatamente siamo tutti corsi in strada, siamo ritornati al riparo solo dopo qualche ora, a causa della temperatura. I responsabili di AKG nelle varie zone immediatamente hanno fatto squadra, cercandosi telefonicamente. Le linee telefoniche hanno parzialmente retto e permesso di avere notizie. Da subito siamo disponibili per aiuti. Nelle nostre zone non ci sono vittime. I danni non sono nei centri abitati, ma senz’altro molte delle case già in cattivo stato delle famiglie nelle campagne hanno subito lesioni. La situazione peggiore è a Port de Paix dove si hanno anche alcune vittime e l’ospedale è, già normalmente, inefficiente e non all’altezza. Non ho notizie della Tortuga. Oggi inizieremo a visitare e incoraggiare le famiglie. Vi tengo informati e vi chiedo un ricordo nella preghiera.”
La popolazione è rientrata nelle case ancora agibili solo dopo diverse ore spinti dal freddo. Domenica, lo staff di AKG si è prodigato per raggiungere le diverse famiglie, per accertarsi che il sisma non avesse provocato vittime tra la popolazione e per valutare i danni alle case.
Nel pomeriggio di domenica altre due scosse di assestamento hanno fatto tremare Haiti, di magnitudo 4.2 e 3.4, ed hanno causato la morte di due bambini, rimasti schiacciati dal crollo di un muro.
Dopo una giornata di sopralluoghi passata tra la gente più povera delle montagne del Nord-Ovest Maddalena lancia un ultimo appello:
“Le case che prima erano povere, ora sono inabitabili, inclinate e pronte a crollare. Questa gente lotta ogni giorno per vivere, ma questi eventi li costringono a piombare sempre più al limite della linea di sopravvivenza. Il pericolo è non accorgersi di averla già oltrepassata ed arrivare a perdere la propria vita o quella dei propri cari. Che sia per la casa pericolante o per il cibo troppo scarso o per l’igiene quasi azzerato o per la trascuratezza della propria salute per mancanza di mezzi. Semplicemente: qui si muore di povertà. Noi viviamo nel posto più povero di uno dei paesi più poveri della terra. Non dimentichiamolo e non permettiamo ad altri di dimenticarlo.”