Sabato scorso la vita di Esperancia ha cominciato a cambiare. La piccola, che tutti chiamano affettuosamente Espy e che vive con Suor Marcella e i volontari da prima ancora che fosse inaugurata la casa di accoglienza, ha trascorso una notte un po’ agitata. Si è svegliata prima del solito, evidentemente consapevole che non sarebbe stata una giornata come le altre.
Dopo le consuete abluzioni, una delle educatrici della Kay Pe’ Giuss l’ha aiutata a indossare il suo vestitino più bello, quello decorato con le farfalle, le ha legato dei fiocchetti bianchi sulla testa e l’ha accompagnata, insieme ad altre due bambine, al pulmino che attendeva davanti al cancello.
Ci è voluta almeno un’ora per uscire dalle polverose stradine della baraccopoli e arrivare alla meta: una delle scuole più prestigiose della città dove le bimbe avrebbero dovuto sostenere l’esame di ammissione alla prima elementare. Entrando nel cortile, Espy ha sgranato gli occhi cercando di capire cosa dovesse fare ma è subito stata accolta da una suora che l’ha portata al primo piano.
È stata lì per un paio d’ore. Quando è tornata era eccitatissima, non stava più nella pelle…
“mi hanno chiesto i numeri e i colori, come mi chiamavo e quale era il mio gioco preferito…”
Mentre lei raccontava tutto come un fiume in piena, la responsabile della scuola annuiva per dire che Espy aveva passato l’esame. E non poteva che essere così perché è una bambina sveglia, ha sempre interagito bene con tutti gli altri bambini e ha uno splendido carattere.
Ma l’importante è che adesso, anzi a settembre, potrà cominciare a frequentare la prima classe e a costruire, un pezzetto alla volta, quel futuro che le sembrava negato.
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