L’importanza dell’affido di ragazzi adolescenti, le difficoltà su ambo le parti e la rilevanza che questa scelta può determinare in tutti i soggetti coinvolti.
La possibilità per un bambino/ragazzo di crescere in una famiglia, anche se non è la propria, è un obiettivo che dal 2006 la portiamo avanti con il Progetto Affido.
Pensare a questa possibilità per ragazzi nella fascia adolescenziale, richiede qualche riflessione in più che tuttavia non ci ha mai scoraggiato, ma piuttosto portato a valutare attentamente quanto una famiglia affidataria possa essere risorsa per il ragazzo e quali siano le sfide peculiari che un genitore affidatario dovrà affrontare.
Spesso i ragazzi preadolescenti o adolescenti si trovano ad avere la possibilità dell’affido dopo diversi anni di comunità e in un’età nella quale la spinta evolutiva naturale li spingerebbe a staccarsi per costruire la propria identità. Invece con l’affido si chiede loro di costruire una relazione significativa con l’adulto che li accoglierà, affidandosi.
Download PDF: Vademecum dell’Affido Familiare
Ne consegue che un progetto di affido familiare per un adolescente non può attivarsi se lo stesso manifesta un’assoluta contrarietà, ma va anche tenuto conto che una piena adesione iniziale non significa che nel corso dell’accoglienza non siano possibili fatiche. Affidarsi, per i bambini che vengono da una situazione di disagio, è molto difficile. Di base c’è il bisogno dell’adulto ma anche anche una sfiducia profonda.
Per gli adolescenti c’è certamente una doppia fatica: tutto li spinge alla normale ribellione tipica e in parte “sana” per l’età, ma d’altro canto iniziando un affido c’è il bisogno di farsi conoscere e accettare dall’adulto. Non è poi da sottovalutare che il genitore affidatario porta un modello di valori, regole, riferimenti molto lontano da quello trasmesso dai genitori naturali.
Il ragazzo si pone diverse questioni: con chi mi identifico? Da chi mi distanzio per costruire la mia identità?
Per tutti questi motivi l’adolescenza dei ragazzi in affido si tinge di toni più forti, la fatica emotiva è maggiore, così come i comportamenti provocatori più marcati. Tutte queste considerazioni potrebbero portare a pensare se sia o meno il caso di mettere in affido ragazzi adolescenti. Come Equipe professionale che da più di 10 anni lavora in questo campo, per noi, la risposta è sì.
Perché un adolescente ha bisogno della guida e del contenimento dell’adulto, di qualcuno in grado di orientare e contenere la rabbia e il dolore, di qualcuno che lo accompagni nel diventare grande.
Dal 13 maggio 2017 partirà il nuovo percorso di formazione, giunto ormai alla sua trentaduesima edizione: si strutturerà in un sabato mattina, una serata infrasettimanale e un weekend intero, sabato e domenica.
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Non sono molte le famiglie coraggiose che si imbarcano in questa avventura, ma chi lo fa scopre anche aspetti piacevoli inaspettati: gli adolescenti hanno spesso elaborato maggiormente la propria storia, è possibile comunque il dialogo e il confronto (questi aspetti nei bambini più piccoli sono certamente più problematici) ma se trovano chi li contiene, manifestano anche affetto, trasporto e slancio.
Perché i ragazzi sono così, capaci di una tenerezza disarmante, dopo aver scatenato magari un uragano.
Se la famiglia affidataria è in grado di resistere alle provocazioni più forti, ribadendo la propria disponibilità e riconoscendo che dietro i comportamenti più estremi, rimane il bisogno del ragazzo di essere accettato e guidato verso il proprio diventare grande.
Negli anni siamo stati testimoni di diverse esperienze positive e arricchenti per ragazzi e genitori affidatari, che ci incoraggiano a continuare a credere che l’affido sia possibile perché in fondo, questi ragazzi, sono ancora cuccioli con tanto bisogno di essere accolti.
Dott.ssa Annalisa Ceglia (Psicologa dell’Equipe Affido)