Le quasi 300 famiglie povere incontrate ci hanno raccontato le loro principali fragilità, gli aiuti che ricevono e la loro utilità, gli aiuti che mancano e sono importanti per loro, come contribuiscono alla soluzione delle proprie difficoltà, aiutando anche amici e famiglie nella loro condizione.
La principale fonte di fragilità è occupazionale: quasi 9 famiglie su 10 hanno problemi di lavoro, in particolare di disoccupazione (7 su 10). La seconda forma di disagio più diffusa (nel 56% delle famiglie) è rappresentata da problemi collegati all’abitazione (quali occupazione abusiva, sfratto, …). Di poco inferiore (nel 54% delle famiglie) la presenza di problemi di salute. In particolare, quasi un terzo dei nuclei presenta difficoltà legate a malattie croniche. I problemi relativi alle relazioni intra-familiari riguardano il 38% dei nuclei familiari intervistati (in un quinto dei nuclei emerge un disagio direttamente legato alla monogenitorialità). Oltre 1 su 5 delle famiglie incontrate presenta problemi con la giustizia. Circa 1 su 6 esprime difficoltà legate al livello di istruzione.
Quali sono gli aiuti ricevuti dalle famiglie povere e fragili?
Le interviste effettuate fotografano una realtà eterogenea, caratterizzata dalla presenza di diverse tipologie di aiuto (contributi economici, beni, servizi), erogate da differenti soggetti (enti pubblici, associazioni private, singole persone della rete parentale o amicale).
Sul totale delle famiglie intervistate quasi tre quarti ricevono, o hanno ricevuto recentemente, contributi economici (diretti o in forma di compartecipazione per spese sanitarie, abitazione ecc.). Rappresentano il tipo di intervento più diffuso.
A seguire, oltre 6 su 10 beneficiano di beni materiali di prima necessità.
Meno frequente è, mediamente, l’aiuto ricevuto sotto forma di servizi. La tipologia più frequente è rappresentata dai servizi di sostegno socio educativo (ne beneficia un terzo delle famiglie), seguiti da altri tipi, quali interventi di orientamento/sostegno e di assistenza abitativa (ricevuti da quasi 1 famiglia su 5). Più di 1 famiglia su 8 (13%) beneficia di abbattimenti di tariffe/rette di accesso a servizi (in buona parte destinati a minori, quali mensa o trasporto scolastico, servizi per la prima infanzia ecc.).
Quali sono gli interventi ricevuti ritenuti mediamente più utili? In questo caso emerge un quadro differente: gli interventi più utili non sono necessariamente quelli più spesso ricevuti.
Gli interventi ritenuti mediamente più utili dai beneficiari sono i servizi, in particolare di accoglienza (ludico ricreativa, residenziale, educativa), gli interventi di sostegno alle vittime di abuso e violenza, l’abbattimento di tariffe/rette per l’accesso a servizi, gli interventi di sostegno socio educativo, i servizi di consultazione e orientamento. Ad un livello inferiore, seppur non trascurabile in valore assoluto, si colloca l’utilità mediamente associata ai contributi economici e (più in basso in graduatoria”) ai beni materiali di prima necessità.
LEGGI LE TESTIMONIANZE DELLE FAMIGLIE SUGLI AIUTI RICEVUTI A PAGINA 21 DELLA SINTESI DELLA RICERCA SCARICABILE A FONDO PAGINA.
Quali gli aiuti non ricevuti? La maggioranza delle famiglie (60%) dichiara che i contributi economici (diretti o in forma di agevolazioni) rappresentano il sostegno più frequentemente non ricevuto, o forse “non abbastanza”. Circa un terzo degli intervistati esprime la mancanza di servizi per il lavoro – o di servizi per il lavoro più adeguati, visto il (relativamente) ridotto indice di utilità degli interventi per il lavoro ricevuti. Un quinto delle famiglie ha avvertito la mancanza di interventi di assistenza abitativa. Per circa un sesto sono mancati servizi di consultazione, orientamento, sostegno psicologico.
Riguardo alla gravità della mancanza di questi aiuti (ovvero “quanto è grave non averlo ricevuto”), è giudicata più rilevante la carenza di servizi, in particolare i servizi di assistenza sociosanitaria e quelli di assistenza abitativa. Leggermente inferiore è il livello medio di gravità associato alla mancanza di contributi economici, seguiti dai servizi per il lavoro, di assistenza domiciliare e accoglienza residenziale. In fondo alla graduatoria, meno rilevante risulta la carenza dei beni materiali di prima necessità e del sostegno economico in forma di prestiti.
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Abbiamo analizzato le risorse e capacità positive che uno o più componenti della famiglia si riconoscono. L’approfondimento di queste risorse e di queste capacità ci aiuta a scoprire e a comprendere i punti di forza delle famiglie intervistate mentre fronteggiano le difficoltà, di tratteggiare un quadro di ciò che possono mettere a disposizione della propria famiglia e della collettività.
Gran parte degli intervistati (87%) riconosce la presenza, nella propria famiglia, di almeno una forma di potenziale generativo impiegabile a “concorso al risultato”, per contribuire a superare le difficoltà del nucleo. Si tratta di risorse di solidarietà familiare, di risorse affettive e valoriali, di risorse genitoriali, di risorse personali. Tre su quattro (75%) delle famiglie incontrate si riconosce almeno una forma di potenziale generativo impiegabile a “dividendo sociale”, ossia a beneficio della collettività.
Per tutti gli intervistati il tema del “fare qualcosa per gli altri”, passa necessariamente attraverso il mettersi in gioco come persona, con il proprio bagaglio di competenze e capacità. Si tratta per esempio del prendersi cura di bambini di altre famiglie, di condividere beni di prima necessità, di preparare dolci per incontri e feste o altro ancora che possa vivificare la difficile socialità. Sono potenziali “generativi”, se meglio valorizzati e incentivati sono capitale a disposizione (anche) delle famiglie fragili interessate a lottare contro la propria povertà per ridurre l’esclusione sociale e contribuire ad una socialità più inclusiva.
Fonte testi: Io non mi Arrendo, Bambini e famiglie in lotta contro la povertà: fragilità e potenziali. Sintesi della Ricerca promossa da Fondazione L’Albero della Vita e realizzata da Fondazione Emanuela Zancan (sfoglia qui)