Il volume presenta la ricerca realizzata da Fondazione Emanuela Zancan e Fondazione L’Albero della Vita per esplorare le reali esigenze e i potenziali rigenerativi delle famiglie che si trovano in una condizione di povertà, non solo intesa come deprivazione materiale, ma anche come condizione esistenziale che riduce aspirazioni e possibilità.

Come comprendere la povertà entrando in dialogo con le famiglie povere? Come cercare soluzioni che non siano soltanto «emergenziali»? In questo volume si parla di genitori e bambini poveri che esprimono potenziale positivo e generativo mentre ricevono aiuto.

Il loro esempio dimostra che la lotta alla povertà è possibile non solo domandandosi «che cosa serve» e «a chi serve», ma «cosa aiuta» e «come». Non è un problema di quantità di risorse ma di combinazione di capacità, professionali e non professionali, per meglio finalizzare gli aiuti a disposizione. Il prestazionismo mortifica i talenti, non li valorizza e può umiliare le persone che quotidianamente lottano contro la povertà. Mentre la dignità di ogni persona, anche se povera, è valore umano fondamentale da riconoscere e valorizzare. Aver bisogno non significa essere più deboli e meno capaci: significa essere chiamati ad affrontare situazioni molto difficili, al limite della sopravvivenza, e poterne uscire. È il messaggio del titolo «Io non mi arrendo», che va inteso come un segnale di libertà e di speranza da parte di chi, pur vivendo in povertà, sa di poter offrire alla comunità qualcosa di importante.

Il volume è edito da Il Mulino ed è possibile acquistarlo a questo link : https://www.mulino.it/isbn/9788815260338#