Soveria Simeri, Calabria, poco più di 1.700 abitanti tra Catanzaro e la Sila. Qui vive una famiglia che, come moltissime in Italia, ha pagato il prezzo della crisi scoppiata nel 2008: Francesca e Salvatore, 39 e 46 anni, e le figlie Desirée e Alice, 17 e 8.

La storia di Francesca e Salvatore inizia con le nozze nel 1999. Desirée nasce nel 2001 quando Salvatore ha un contratto a tempo indeterminato con un’azienda di Catanzaro. Poi la crisi.

«Ci mettono in cassa integrazione ma il proprietario vuole che io lavori ugualmente. Senza che lui sborsi un euro. Mi ribello.

Mi arriva la lettera di licenziamento». «Accade nel 2009» spiega Francesca «e noi, come tanti, andiamo a sbattere contro le difficoltà economiche. Dobbiamo arrangiarci nella speranza che mio marito trovi un nuovo lavoro. Che non arriva mai».

Salvatore si adatta a fare di tutto:

«Imbianco le case, mentre Francesca fa le pulizie nelle villette al mare, dove io mi occupo del giardinaggio».

«Lui è bravissimo nella lavorazione del ferro» aggiunge Francesca. «Gli chiedono cancelli, porte e oggetti che realizza come fossero opere d’arte. Ma è un lavoro che non sempre c’è».

Nel 2011 nasce Alice. «Sono tempi feroci» ricorda Salvatore.

Come è difficile immaginare una soluzione. «Un anno fa il momento peggiore: siamo tanto scoraggiati. Ma accade qualcosa che dà una svolta positiva alla nostra famiglia». Si chiama Fondazione L’Albero della Vita.

Da quel giorno l’esistenza si fa più leggera. «Grazie ai consigli della coordinatrice Manuela Viola, spiega Francesca «otteniamo il pacco alimentare dalla Caritas. E il Rei, il contributo economico previsto dal reddito di inclusione che noi non sapevano neppure esistesse». Manuela aiuta Salvatore ad aprire una pagina Facebook per pubblicizzare i suoi lavori con il ferro.

Poi tocca a Francesca: «Vengo a sapere di un corso per operatori socio sanitari. Costa 2.300 euro, un’enormità. Ma Manuela mi sprona. E allora vado dal parroco che mi aiuta: dopo la scuola assisto gli anziani o pulisco le case. Così riesco a pagare la retta. L’8 maggio 2018 mi diplomo».

Qual è il vostro desiderio ora?

«Trovare un lavoro stabile!» rispondono in coro.

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