Matteo, un bambino di 10 anni, per le strade di Milano ferma i passanti per chiedere un lavoro per sé. Tanta indifferenza, stupore e incredulità tra la gente. Questa non può essere questa la realtà. Un bambino non dovrebbe cercare lavoro per aiutare la propria famiglia in difficoltà. È questa l’estremizzazione che abbiamo messo in scena con il nuovo esperimento sociale realizzato per promuovere #iodonofiducia, la campagna di sensibilizzazione sul dramma della povertà in Italia.
1 bambino su 8* in Italia vive in povertà assoluta e per la Giornata Internazionale contro la Povertà (17 ottobre), abbiamo voluto lanciare questa nuova provocazione, per invitare tutti a fermarsi e a riflettere.
Esperimento sociale #iodonofiducia 2018 [VIDEO]
Matteo, 10 anni, oggi dovrebbe essere a scuola. Invece, all’insaputa dei genitori, si trova per strada, con un biglietto da visita, il suo, per chiedere ai passanti un aiuto insolito per un minorenne: un lavoro per sé, perché suo padre è da cinque mesi che non lavora e si sta rassegnando a questa situazione. Il tutto succede a Milano, città da sempre simbolo del lavoro e del benessere economico del nostro Paese.
E’ dunque essenziale riconoscere alle persone in età minore i loro diritti (come garantiti dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti del fanciullo e della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea) e, allo stesso tempo, riconoscere l’importanza del sostegno alle famiglie quali prime responsabili del benessere dei minori.
Per noi, qualsiasi intervento per contrastare la povertà, deve porre al centro la riattivazione dei potenziali dei soggetti coinvolti. Questo riguarda le famiglie nel loro complesso: i genitori, nel generare una nuova capacità di produrre reddito e nell’essere protagonisti positivi dell’interruzione generazionale della povertà; i bambini, da coinvolgere in percorsi educativi che puntino a condividere speranze, prospettive, strumenti, motivazioni, a restituire loro il diritto a partecipare al loro futuro e al futuro del contesto che abitano.
Il nostro programma di contrasto alla povertà assoluta, Varcare La Soglia, così come i più recenti approcci del welfare, porta al centro degli interventi la persona, considerata in grado di concorrere all’uscita della propria situazione. Si passa così da una logica in cui le persone sono viste come portatori passivi di bisogni, a una in cui i soggetti in stato di disagio sono dotati di capacità e risorse.
Da qui nasce il nome della campagna #iodonofiducia perché “uscire dalla povertà” e dal disagio significa ricominciare a nutrire fiducia in sé stessi e nelle proprie capacità: per poter trovare un lavoro dopo averlo perso, per riallacciare i legami familiari deteriorati dallo sconforto e dall’incertezza economica e sociale, per ritrovare speranza e opportunità nel rapporto con “l’altro” e con la collettività.
E proprio per questo, “donare fiducia” significa consentire a chi ha perso tutto di riappropriarsi in primo luogo dei propri valori.
Significa dare, attraverso un gesto piccolissimo, una spinta decisiva a quella voglia e a quel bisogno di non arrendersi che caratterizzano la maggior parte delle famiglie colpite dalla povertà, soprattutto quando al loro interno ci sono bambini e ragazzi.
*dati Istat, 28 giugno 2018, riferiti all’anno 2017