Shiba è stato abbandonato dalla madre quando era piccolo a causa della sua disabilità. Non può camminare, può soltanto rotolarsi con l’aiuto della mano e della schiena. Le sue ossa sono così fragili che si fratturano molto facilmente per una semplice caduta.
Anche se abbandonare un figlio disabile può sembrare incomprensibile ai nostri occhi nell’India rurale è una pratica più diffusa di quanto si possa pensare.
Nella maggior parte dei villaggi indiani, infatti, la disabilità è ancora considerata una maledizione, una punizione divina, e chi ne è colpito viene isolato e insultato, anche dai parenti più stretti.
Oltre a questo tabù culturale c’è anche una mera questione di sopravvivenza. La maggior parte delle famiglie del Bengala Occidentale sopravvive con l’equivalente di 1€ al giorno, per le famiglie che non possiamo raggiungere con il nostro supporto farsi carico di un figlio disabile è semplicemente economicamente impossibile e l’abbandono, nella sua drammaticità, è l’unica opzione che conoscono.

La nonna di Shiba, coraggiosa e amorevole, si è presa cura di lui ma ha bisogno di aiuto, per questo si è rivolta a noi.

Shiba a 5 anni

Il nostro centro di Baruipur

Nel 2011 abbiamo iniziato a sostenere un centro per bambini disabili a Baruipur.
Per tutte le famiglie che lo frequentano, infatti, il Day Care Center non è soltanto un fondamentale punto di riferimento per le cure dei bambini disabili ma anche un luogo di rispetto e dignità, l’unico posto dove per loro è possibile anche stringere amicizie sincere.
L’obiettivo del centro non è soltanto fornire assistenza medica ai disabili ma anche combattere lo stigma sociale che è presente in India, per fare in modo che non vengano più insultati o abbandonati e che le famiglie siano nelle condizioni di poterli assistere adeguatamente.

Shiba aveva solo 5 anni quando è venuto per la prima volta nel nostro centro, oggi ne ha 17. Ora usa la sedia a rotelle mentre si sposta nelle vicinanze altrimenti lo porta sua nonna come in foto.
Con uno sforzo enorme come potete immaginare.
Sono centinaia i bambini che come lui dal 2011 possono avere una vita migliore grazie al centro, unica vera speranza per intere comunità.