Nel mondo ci sono 168 milioni di bambini che non giocano col pallone, al massimo lo cuciono. Perché il lavoro minorile, vietato da gran parte degli stati, è invece un fenomeno ancora troppo diffuso. Oggi inizia il mondiale di calcio in Brasile, paese dove tanti piccoli poveri lavorano nelle discariche, nelle strutture turistiche, nei mercati. Una curiosa coincidenza ha voluto che fosse anche la Giornata Mondiale contro lo sfruttamento infantile. E il pensiero torna a quei bambini che decenni fa fecero scalpore fotografati mentre cucivano i palloni più famosi per le multinazionali. Sono passati anni, e ancora altri bambini sono lì a cucire.

Cuciono palloni, spostano mattoni, ma li potete trovare a servire ai tavoli, a riempire i forni delle panetterie o delle grandi aziende, a costruire case, a vendere al mercato. Per non parlare dei piccoli sfruttati sessualmente. Il lavoro minorile è una piaga difficile da sradicare. Molti ragazzini devono lavorare per mantenere le proprie famiglie. I governi non fanno leggi per vietare alle aziende di sfruttarli, per evitare che queste se ne vadano.

Intanto questi bambini crescono senza scuola, senza cultura, schiacciati da responsabilità più grandi di loro. Non si godono l’infanzia, a volte muoiono o si ammalano per la fatica, non sviluppano tutte le loro possibilità. In India, dove si stima che siano 12 milioni i bambini lavoratori, e in altri paesi poi c’è il problema del traffico di minori, correlato allo sfruttamento, perché i piccoli finiscono a lavorare in bordelli o case di ricchi.

Iqbal, ucciso a 11 anni per le sue denunce

Iqbal Masih è l’eroe di questa giornata. Venduto dalla famiglia per pagare i debiti, fu costretto da un venditore di tappeti a lavorare 12 ore al giorno. Poi si ribellò denunciando in tutto il mondo la situazione dei suoi coetanei in Pakistan e nel resto del mondo. A 12 anni fu ucciso in un attentato su cui le autorità si rifiutarono di indagare. Masih è tutt’ora un simbolo e lo resterà

Il nostro impegno

Continueremo a sensibilizzare le comunità locali e le istituzioni tutte perché combattano il fenomeno. Servono leggi e controlli. Dall’altra parte anche nei paesi ricchi i consumatori possono fare la loro parte, controllando da dove arrivino i prodotti acquistati, e che le compagnie non abbiano impiegato bambini. Buon Mondiale a tutti. Lo sarà se sarà l’occasione per ricordare e denunciare la piaga del lavoro minorile.