Nascere e crescere su un’isola dei Caraibi potrebbe sembrare una fortuna ma, come ogni regola che si rispetti, anche questa ha la sua eccezione: Haiti.
Nel Paese più povero del continente americano, infatti, la mortalità infantile è altissima. Chi nasce da queste parti in sei casi su cento non supera il primo anno di vita, in otto casi su cento non festeggia il quinto compleanno. Le ragioni di questi numeri drammatici e angoscianti si trovano nell’incredibile degrado che caratterizza la vita nelle baraccopoli, all’interno di catapecchie che non riparano nemmeno dalla pioggia, in quartieri dove migliaia di piccoli mangiano poco o niente, bevono acqua contaminata e camminano scalzi tra fogne a cielo aperto e rifiuti, con alte probabilità di ammalarsi di gravi infezioni.
Eppure, tra le pieghe di questa vera e propria anticamera dell’inferno si nascondono storie emozionanti, colme di speranza. Come quella della piccola Mitha, una coraggiosa bambina di 9 anni che sorride a tutti e non si lamenta mai, anche se la vita finora è stata molto dura con lei. Durante il terremoto, che nel 2010 ha devastato la capitale haitiana, la sua baracca di mattoni è crollata ed entrambi i suoi genitori sono rimasti uccisi. Per pochi centimetri non è stata schiacciata anche lei, che comunque è rimasta gravemente ferita, tanto da perdere una gamba.
Dopo quella tragedia, una zia si è presa cura della bambina ma le sue sofferenze non si sono attenuate: la piccola, infatti, era costretta a vivere perennemente per terra, muovendosi carponi o tentando qualche saltello. In poco tempo si è “accartocciata” come una foglia e non riusciva più a stare in posizione eretta.
Lo scorso anno, quando anche la zia è morta, Mitha si è ritrovata sola al mondo. Giunta ancora una volta a un passo dal baratro, ecco la svolta quando una vicina di casa l’ha portata al Villaggio Italiano, il Centro gestito da una donna forte e coraggiosa: Suor Marcella. Qui è stata accolta con amore e ha ricevuto le prime cure adeguate. Alla clinica del Centro pochi giorni dopo le è stata messa una protesi rigida.
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Mitha, un fiore che nasce dalle macerie è la storia illustrata che descrive il Sostegno a Distanza ad Haiti “SAD“ de L’Albero della Vita
Era l’opportunità che Mitha attendeva per cominciare una nuova vita. Con un’incredibile consapevolezza nelle proprie potenzialità e una forza d’animo fuori dal comune alla sua età, ha affrontato prima le stampelle e la fisioterapia, poi una nuova protesi, questa volta con il “ginocchio”. Poco alla volta Mitha, impegnandosi a fondo, ha imparato a piegarlo con i muscoli della coscia e oggi lo fa così bene che riesce a camminare, a salire le scale e a vivere normalmente. Ha cominciato anche a frequentare la scuola e i suoi compagni si prendono cura di lei.
Chiunque viva nel Villaggio Italiano le vuole bene. Per tutti, adulti e bambini, è un sinonimo di “vita”: trasformare il disagio in opportunità così come un fiore può crescere anche tra le macerie.
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