L’Albero della Vita e l’Universtià Cattolica lavoreranno insieme per aiutare i profughi siriani a Milano e i loro bambini con un progetto per favorirne la resilienza, la capacità di far fronte in maniera positiva agli eventi traumatici.
L’Albero della Vita gestisce da mesi in due centri milanesi due spazi ludico-creativi per i piccoli, dove si svolgono attività specifiche di sostegno e recupero della quotidianità, dopo le tante difficoltà vissute. Da ottobre ad oggi questi centri sono stati frequentati da 2200 bambini. Ogni giorno si lavora con un numero di ragazzi, tra i 5 e i 14 anni, variabile tra 10 e 40 per ogni centro, anche se spesso sono presenti bambini dai 2 anni di età, ai quali vengono proposte attività specifiche più adatte a loro.
Le fasi del nuovo progetto, partito nei giorni scorsi e attivo sicuramente fino a metà ottobre 2014, sono quattro
- Un percorso di formazione gestito dall’Unità di resilienza della Cattolica rivolto a tutti i volontari coinvolti nel progetto (tra cui studenti di lingua araba dell’Università), sulla base dell’esperienza maturata nell’ambito di progetti di sostegno psicosociale di minori siriani rifugiati in Libano e Giordania e di altri progetti condotti con minori in contesti di emergenza (Gaza, Haiti, Abruzzo, Molise, Sri Lanka, Cile, Cambogia, Pakistan…);
- L’attivazione di un intervento ludico-creativo in uno spazio dedicato, predisposto dall’Albero della vita, dove l’Unità di resilienza mette a frutto le competenze psicologiche e le conoscenze maturate nel corso dei tanti progetti elaborati in situazioni di emergenza;
- L’attivazione di un percorso laboratoriale di promozione della resilienza condotto da studenti e tirocinanti della Cattolica;
- Una fase di ricerca, strettamente legata alle attività dei laboratori, che utilizzando anche questionari, indaga i fattori che permettono ai bambini di superare in modo positivo i propri vissuti ed è finalizzata ad individuare buone pratiche educative e psicologiche di sostegno alla crescita. Una volta analizzati i risultati dell’indagine si procederà con un aggiornamento della formazione dei volontari che collaborano al progetto.
Aiutare i bambini a credere in se stessi
In particolare le attività ludiche utilizzano principalmente il disegno e la manualità, attraverso lavori che richiedono, oltre ai pennarelli e alle matite colorate, l’utilizzo di colla e carta crespa. Tutti questi strumenti contribuiscono a individuare le paure e le difficoltà incontrate dai bambini a fronte degli aiuti e della protezione che hanno ricevuto; a scoprire le risorse interne che aumentano l’autostima e la condivisione con gli altri; a percepire la propria storia attraverso ricordi positivi e negativi e a esprimere sogni e desideri per una rappresentazione positiva di sé nel futuro; a descrivere il periodo post migratorio e a rafforzare la propria identità culturale.
Di questo progetto hanno parlato anche due giornali, La Repubblica e Avvenire.