Descrizione Progetto

L’impegno di Fondazione l’Albero della Vita per migliorare le condizioni dei Minori Stranieri non Accompagnati prosegue con un progetto finanziato dal Bando Erasmus e avviato a novembre 2021.

Il progetto “4_ONE_ANOTHER Training for Better Integration of Unaccompanied Minor” ha l’obiettivo di rafforzare le competenze degli operatori e dei professionisti che operano nel settore dell’accoglienza per affrontare al meglio la complessità dei bisogni dei giovani migranti non accompagnati e accompagnarli così nel loro percorso di autonomia e integrazione

Il progetto è coordinato dall’università del Tirolo austriaco, coinvolge partner da Italia, Spagna, Grecia e Paesi Bassi; Fondazione L’Albero della Vita è driver per l’attività di ricerca sui gap formativi dei professionisti che lavorano con i MSNA e sulle necessità degli stessi giovani migranti, che verranno coinvolti attivamente nel processo di raccolta e analisi dei dati.

La ricerca condotta da FADV sarà poi la base su cui formulare un pacchetto formativo on line per i professionisti.

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Tra i principali risultati della ricerca, emerge che:

– Il lavoro di équipe multidisciplinare è ampiamente diffuso e coinvolge educatori, assistenti sociali, psicologi, consulenti legali; laddove siano necessarie competenze specifiche non presenti tra i membri dell’équipe, viene attivata una buona rete di professionisti sul territorio. In Belgio e in Austria la figura del tutore legale appare ben consolidata, mentre è meno diffusa in Grecia e in Italia, dove di solito viene nominato a pochi mesi dall’arrivo del minore.

– Uno dei problemi che emerge è la perdita delle informazioni raccolte al momento dell’arrivo degli UASC in Europa: non esiste un sistema strutturato di collegamento tra gli hotspot del primo arrivo e le strutture di accoglienza dove il minore soggiorna più a lungo.

– La raccolta di informazioni sul paese e sul contesto di origine del minore è fondamentale per meglio comprendere il sistema di protezione di cui il minore ha bisogno e per contribuire al suo processo di integrazione.

– Pochi operatori hanno frequentato un corso di formazione specifico sulla comunicazione interculturale e sull’approccio di genere, sebbene entrambi gli aspetti siano considerati molto importanti.

– I minori intervistati in Italia e Grecia, tra i loro principali problemi, hanno segnalato i lunghi tempi di attesa per ottenere i documenti e le difficoltà nell’ottenere il riconoscimento delle loro qualifiche.

– Difficoltà sono emerse anche nell’inserimento scolastico dei minori nei Paesi d’arrivo: l’abbandono scolastico nei Paesi d’origine e strutture non adeguatamente formate nel Paese d’arrivo mettono a rischio la prosecuzione del percorso scolastico.