Descrizione Progetto

Il Perù è il terzo Paese del Sud America per estensione territoriale (dopo Brasile ed Argentina) e, come gli altri Paesi dell’area Andina, è caratterizzato da significative disuguaglianze sociali.  Secondo l’attuale Ministra del Ministero dell’Inclusione Sociale, Carolina Trivelli, circa il 27,8% della popolazione può essere ancora considerata in stato di povertà monetaria (-4% rispetto al 2011) mentre il 39,9% in situazione di povertà “strutturale” La disoccupazione alimenta poi il fenomeno dell’emigrazione verso la città e contribuisce al fenomeno dell’inurbamento.

L’esclusione sociale è un fenomeno che si manifesta a livello urbano, ma rappresenta un fattore cronico e strutturale del contesto rurale andino ed amazzonico. I campesinos e i nativi, infatti, soffrono per le tremende condizioni di deprivazione socio politica, economica ed ambientale. Nei contesti naturali isolati e poco accessibili, la loro vita è caratterizzata da continue sfide per la sopravvivenza fisica e culturale. Si stima che l’80% delle donne peruviane siano vittime di violenze o abusi da parte del proprio marito, che una donna su tre sia una ragazza madre che abbia subito una separazione o un abbandono, che il 31,8% delle madri appartenenti alle fasce più povere ammettano di fare uso della violenza fisica per castigare i propri figli, che il 70% delle donne lavoratrici sia impiegata nel lavoro nero, caratterizzato da bassi salari, precarietà, assenza di contratti e di previdenza sociale.

La violenza in Perù, è un problema sociale con gravi conseguenze per la salute, l’economia e lo sviluppo dei popoli, e in genere vissuto in silenzio all’interno delle famiglie con terribili conseguenze. Questa manifestazione dell’esercizio del potere da parte di una persona rispetto ad un altra, colpisce la salute fisica, sessuale e/o psicologica di coloro che la soffrono, soprattutto donne e bambini. Tuttavia, la violenza è un problema di solito silenzioso, affermata come pratica quotidiana, che si perpetua di generazione in generazione.

Il problema della violenza familiare è complessa e ha una elevata incidenza nelle zone rurali del Perù; la mancanza di consapevolezza sui diritti, l’invisibilità della violenza famigliare come un problema e l’accesso limitato della popolazione e delle persone colpite da atti di violenza ai servizi di prevenzione e protezione nelle zone rurali, sono i fattori che influenzano direttamente la proliferazione della violenza nelle comunità rurali di Grau, Hipólito Unanue, S. Maria di Fatima e comunità indigene di Payorote e Betsaida nel distretto di Nauta, nella regione di Loreto.

In questo senso, il nostro progetto che mira a ridurre la violenza nelle famiglie con i bambini dai 0-8 anni in cinque comunità indigene nel distretto di Nauta e nei quartieri periferici di Nauta e Belen. Il secondo obiettivo della Fondazione Bernard Van Leer risponde allo stesso obiettivo di questo progetto ed è per questo motivo che abbiamo deciso di presentare questa proposta per la valutazione.

Il progetto ha come principale strategia quella di creare un modello di urbanizzazione sostenibile e concertato con le autorità locali e la società civile che contribuisca a ridurre la violenza famigliare nei Distretti di Iquitos, Belén, Punchana e San juan Bautista.

Cointribuire alla riduzione della violenza famigliare e i suoi effetti diretti sulle bambine, bambini e adolescenti della Regione di Loreto

Il progetto si articola in tre azioni:

  • L’azione mira a rafforzare il potenziale della popolazione ad affrontare i rischi; desidera contribuire allo sviluppo di nuovi approcci culturali, nel processo di riconoscimento delle donne, bambini e anziani come soggetti di diritto.
  • Sono previsti Interventi urbanistici e di sensibilizzazione contro la violenza sui minori e di genere diretti alla popolazione e ai funzionari pubblici.
  • L’azione offre un supporto alle vittime di violenza sia da un punto di vista psicologico che da un punto di vista giuridico.