Descrizione Progetto
Da ottobre 2013, con l’arrivo in massa dei profughi siriani a Milano, L’Albero della Vita ha aiutato oltre 10.200 bambini a superare il trauma della guerra
Nell’ottobre 2013, numerosi profughi siriani sono arrivati a Milano. Il flusso non si è mai fermato, con un incredibile aumento durante l’estate 2014. Si tratta di famiglie, spesso donne con bambini, gente fuggita da una guerra che ha portato via case e affetti e arrivata nel capoluogo lombardo dopo mesi in movimento sulle sponde del Mediterraneo, tra barconi, vessazioni, minacce e torture.
Le associazioni milanesi sono intervenute per sostenere queste persone. Fondazione L’Albero della Vita ha subito dato una mano per aiutare i bambini, con giochi, laboratori e sportelli psicologici.
10.230 bambini siriani aiutati negli ultimi due anni
Dall’ottobre 2013, da quando è scoppiata l’emergenza profughi, Milano ha accolto 82mila persone. Di queste oltre 16mila erano minori, tra bambini e ragazzi accolti nelle strutture messe a disposizione dal Comune di Milano.
L’Albero della Vita ha accolto e aiutato oltre 10.200 bambini siriani e il numero è destinato ad aumentare.
Emergenza Siria, guerra senza fine
15 marzo 2011 in Siria è scoppiata una guerra civile, nata sull’onda delle proteste della Primavera Araba. Gli scontri continuano e si contano 5mila vittime ogni mese. Al termine del 2013, 3,5 milioni di siriani avevano lasciato le loro case per fuggire all’interno o all’esterno del paese. Molti hanno tentato la fuga verso l’Europa.
A ottobre 2013 un grosso flusso di profughi siriani si è riversato su Milano. Si trattava di famiglie che arrivavano in stazione per cercare una fuga verso i paesi del nord Europa. Ma i rischi erano numerosi: uomini nordafricani offrivano passaggi clandestini, si prestavano a fare biglietti, approfittando delle difficoltà a esprimersi in un’altra lingua che non sia l’arabo, per togliere ai bambini e alle famiglie gli ultimi soldi rimasti.
Uno spazio tutto per i bambini
In stazione prima e nelle strutture di accoglienza poi, L’Albero della Vita ha messo in piedi due spazi ludici-ricreativi per i minori profughi siriani in transito. Qui, i piccoli ritrovano
- Un luogo tutto per loro, dopo mesi tra adulti
- Un luogo dove giocare liberamente e serenamente
- Un luogo dove elaborare, con l’aiuto di operatori esperti, l’esperienza vissuta, le emozioni, i brutti momenti e superarli.
- Un luogo dove riscoprire la socialità, mai conosciuta per colpa della guerra e delle difficili condizioni del viaggio
- Un luogo dove imparare a disegnare e scrivere, dato che molti di loro non hanno mai visto una scuola
- Un luogo dove conoscere le regole necessarie per una convivenza serena.
Il progetto mira a generare per questi bambini, in una fase di grande vulnerabilità, lontani dai loro riferimenti ambientali e culturali, le condizioni più favorevoli perché possano, pur in un tempo breve, incontrare un “luogo sicuro”, tutelato, dove sia possibile riconquistare una pausa di normalità e rigenerazione e facilitare il processo di RESILIENZA che si tradurrà nella disponibilità di strumenti ulteriori per rielaborare il percorso che affronteranno.
La storia di una delle famiglie accolte che voleva dare un taglio netto col passato
Fino a tre anni fa, Gassan conduceva un’esistenza tranquilla. Manteneva la famiglia facendo l’autista sui mezzi pubblici di Damasco e non pensava certo che, di lì a poco, avrebbe dovuto ricostruirsi una vita all’estero. “In breve tempo nel nostro quartiere è mancata la sicurezza e allora ho deciso di organizzare la partenza. Mi ci sono voluti due mesi per raccogliere i soldi necessari per il viaggio. Ho portato con me solo moglie e figli, un bambino piccolo e due ragazzi adolescenti. Non abbiamo potuto prendere nemmeno i vestiti. D’altronde non potevamo proprio restare e oggi in Siria sono rimasti solo Assad e la sua famiglia”.
Da Damasco a Beirut, poi verso il Cairo, in Egitto, ospiti di amici che hanno consigliato loro di puntare verso l’Inghilterra per cercare un nuovo inizio a 39 anni. “Ho pensato che per i ragazzi sarebbe stato meglio andare dove avrebbero potuto imparare l’inglese. Così ci siamo imbarcati e, dopo otto giorni di navigazione, siamo giunti a Taranto. Era un barcone da pesca con capienza massima per 50 persone. Eppure eravamo in 220″. Alla domanda se abbia avuto paura, risponde con un laconico “Era obbligatorio averne”, ma sui dettagli di quell’esperienza mantiene uno stretto riserbo.
Eppure il viaggio deve avere avuto non poche conseguenze psicologiche sul piccolo Karam, 4 anni, che da quel momento ha smesso di parlare. “Poco dopo abbiamo preso un treno per Milano ma per i primi mesi nello sguardo di Karam si leggeva un profondo spavento, tanto che aveva periodiche crisi di pianto. Poi, lentamente, all’interno della struttura di Milano che ci ha accolto, ha cominciato a ritrovare il sorriso giocando e disegnando con gli operatori della Fondazione L’albero della Vita”. La moglie di Gassan è già in Inghilterra da qualche settimana e ha cominciato le pratiche per il ricongiungimento familiare. In attesa di ricevere l’agognato visto, è il capofamiglia a occuparsi dei figli, con i quali si è concesso anche qualche “gita” nel centro di Milano. “Il Duomo è bellissimo. Ci siamo già stati quattro volte e abbiamo fatto le foto da mandare a mia moglie. Solo che sono venute sfocate. Credo proprio che ci torneremo per farle come si deve”, dice lasciando trasparire un sorriso in cerca di normalità. Ma cosa farà quando riuscirà ad arrivare Oltre Manica? “Qui a Milano abbiamo trovato tanti nuovi amici e io mi sono specializzato nel tagliare i capelli a tutti. Magari nella mia nuova vita riuscirò a fare il parrucchiere”. Il modo migliore per dare un taglio netto al passato.
Sostieni questi bambini
- Puoi proporti come volontario del progetto “Emergenza Siria” per il lavoro con i bambini. In questi mesi, i volontari sono stati fondamentali per portare avanti il progetto e aiutare questi piccoli. Scrivi a info.fondazione@alberodellavita.org
- Puoi sostenere il futuro di questi ragazzi con una donazione, per garantire loro una nuova vita e nuovi sorrisi dopo tante sofferenze