Descrizione Progetto

PROGETTO NON PIU’ ATTIVO

Il nuovo modello di accoglienza familiare personalizzato a Milano.

L’accoglienza e accompagnamento all’integrazione dei nuclei familiari sono realizzati attraverso un percorso che supporta l’autonomia.

Questo al fine di predisporre e realizzare un progetto psico-socio-educativo familiare (PEF), in cui i componenti del nucleo familiare non siano semplici destinatari dell’intervento ma, al contrario, siano parte attiva del processo coinvolti e partecipi attivamente all’elaborazione del loro progetto.

Il centro di accoglienza “Faro in Città” per famiglie migranti

Il Centro di accoglienza per nuclei familiari migranti di Carcano è il risultato del lavoro di rete svolto tra l’ente locale Comune di Milano e la Fondazione L’Albero della Vita. Il Centro accoglie 95  beneficiari segnalati dal comune di Milano e dalla Prefettura. Si tratta nuclei familiari con Minori composti da coppia genitoriale e i loro figli o nuclei monoparentali mamma e bambini.

L’attività ha preso il via nell’estate del 2016 e dopo diciotto mesi i primi dati: sono stati accolti 195 nuclei familiari per un totale di 594 persone di cui 304 adulti e 290 minorenni (più del 50% nella fascia di età 1-6 anni) di 30 nazionalità diverse.

I nuclei familiari accolti in questo periodo sono stati nella maggior parte dei casi (46%) monoparentali (mamma e bambino) e ci sono stati anche casi di nuclei in cui il capofamiglia, in assenza dei genitori, era una zia o una nonna del minorenne, così come casi in cui alcuni nuclei familiari accolti erano composti oltre dal nucleo stretto anche da nonni o zii. Tante le donne accolte in stato interessante e ben 11 i bambini nati durante l’accoglienza in Faro in Città.

L’accoglienza e accompagnamento all’integrazione dei nuclei familiari sono realizzati attraverso un percorso che supporta l’autonomia. Questo al fine di predisporre e realizzare un progetto psico-socio-educativo familiare (PEF), in cui i componenti del nucleo familiare non siano semplici destinatari dell’intervento ma, al contrario, siano parte attiva del processo coinvolti e partecipi attivamente all’elaborazione del loro progetto.

L’organizzazione e la metodologia di lavoro dell’equipe multidisciplinare è costituita da:

  • 1 coordinatore
  • 4 educatori professionali
  • 1 operatore dedicato alle attività dei bambini presenti
  • 3 operatori diurni
  • 3 operatori notturni
  • 1 psicologo
  • 1 assistente sociale
  • 1 referente pedagogico
  • 1 supervisore psicologico
  • 1 operatore legale
  • 1 medico
  • 1 infermiera pediatrica

che insieme lavorano per l’inserimento in un contesto per la “ri-costruzione” di un ambiente “familiare”.

La struttura è organizzata in 21 appartamenti monolocali, bilocali e trilocali, ognuno di essi con bagno completo di tutti i servizi. La metodologia prevede che le famiglie gestiscano autonomamente la loro quotidianità: ad esempio non è offerto un servizio mensa, ma ad ogni famiglia ha a disposizione dei buoni spesa con i quali si procureranno nei punti vendita selezionati gli alimenti necessari per la preparazione dei pasti, che avverrà in autonomia negli appartamenti a loro assegnati.

Al fine di garantire ambienti e spazi di socializzazione nella struttura sono presenti 2 grandi aree comuni: una al 6° piano di 160 mq attrezzata come area ritrovo, lettura, con possibilità di salotto e tv ed area giochi (calcio balilla, giochi in scatola), con la presenza anche di un area terrazzo; una seconda al piano terra ad uso Sala Polifunzionale dove possono svolgersi laboratori vari, i corsi di italiano ed orientamento, sala studio e luogo di incontri di formazione/sensibilizzazione.

Durante il periodo di accoglienza, gli educatori accompagnano e affiancano i nuclei nella risoluzione delle questioni quotidiane, diventando un “ponte” per la conoscenza del territorio e della comunità locale. In questo contesto, il rapporto tra educatore e nucleo familiare si caratterizza come una relazione di fiducia reciproca, attraverso la quale l’educatore sostiene il nucleo nella realizzazione del proprio percorso verso l’autonomia, supportandolo nel focalizzare e potenziare le proprie risorse e non sostituendosi, ma accompagnandolo, principalmente i genitori, direttamente nell’agire.

Per realizzare tale intervento l’educatore utilizza:

  • ascolto empatico
  • relazione improntata sul dialogo, sulla mediazione e sulla negoziazione
  • comunicazione consapevole

Sono favoriti momenti di incontro nella città di Milano con la cultura di appartenenza attraverso la costruzione di legami con le comunità e associazioni già presenti sul territorio (chiesa Eritea, chiesa etiope comunità musulmane…)