Il Gruppo CRC pubblica in occasione dell’anniversario della ratifica della Convenzione Onu sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza (CRC) in Italia il 12° Rapporto di aggiornamento sul monitoraggio della CRC in Italia (12° Rapporto CRC) a quasi due anni di distanza del precedente, un lasso di tempo in cui sono intervenuti eventi che ci hanno posto dinanzi a scenari e difficoltà nuove: la pandemia da COVID-19 prima ed il conflitto in Ucraina poi, hanno avuto ed avranno un impatto enorme sulle generazioni presenti e future. Famiglie, Scuola, Servizi stanno vivendo un affaticamento che mette in luce la necessità di un supporto e di un investimento ormai non più rinviabile. Povertà minorile, denatalità e cambiamenti climatici sono fenomeni che il Gruppo CRC continua a monitorare con crescente preoccupazione alla luce dei dati disponibili che mostrano come le misure sinora adottate non siano sufficienti e non abbiano generato l’impatto sperato.

Si tratta tuttavia anche di un periodo di grandi opportunità perché finalmente l’infanzia e l’adolescenza sono entrate con maggior attenzione nell’agenda politica, anche grazie al ruolo del Terzo Settore e del Gruppo CRC: oggi nel dibattito pubblico si parla in maniera più strutturata di accoglienza nelle emergenze, di servizi educativi per la prima infanzia, di scuola, di salute mentale, di disabilità e benessere dei più giovani. Nel 2021 a livello europeo è stata proposta (e poi approvata nel 2022) la Strategia dell’Unione europea sui diritti dei minorenni 2021-2024 insieme alla Garanzia Europea per l’Infanzia, mentre nel 2022 è stata lanciata la nuova Strategia del Consiglio d’Europa sui Diritti dell’Infanzia e dell’Adolescenza (2022-2027). A livello nazionale, invece, nel 2022 è terminato l’iter di adozione del 5° Piano nazionale di azione e di interventi per la tutela dei diritti e lo sviluppo dei soggetti in età evolutiva (c.d. Piano Infanzia) e a fine marzo è stato inviato alla Commissione Europea il Piano d’Attuazione Nazionale della Garanzia Europea per l’Infanzia (PANGI). Ora occorre dare concretezza alle priorità emerse e alle azioni previste mettendo a disposizione risorse adeguate.

La povertà minorile rimane poi la grande sfida da affrontare: i minorenni in condizioni di povertà assoluta, complice lo scenario pandemico e le relative conseguenze sul piano sociale, secondo i dati pubblicati da ISTAT riferiti all’anno 2021, sono 1.382.000, pari al 14,2%. L’incremento di 10 punti percentuali in poco più di 10 anni, sottolinea i limiti del quadro di misure e interventi che si sono susseguiti, scontando un grave ritardo iniziale. Occorre un reale intervento organico e strutturale di contrasto alla povertà minorile che ne consideri la multidimensionalità e operi con una strategia multilivello, in grado di affiancare ai meri trasferimenti monetari, servizi e accompagnamento individualizzato, nella tutela del superiore interesse del minore.

Per quanto concerne l’ambito della violenza e maltrattamento la raccomandazione rivolta alle Istituzioni come Gruppo CRC è quella di raccogliere e rendere disponibili dati più puntuali sull’entità del maltrattamento all’infanzia nel Paese attraverso un monitoraggio periodico per poter meglio orientare le politiche di prevenzione e intervenire correggendo le disomogeneità territoriali nella presa in carico; così come non è più rinviabile la piena operatività della Banca Dati istituita presso l’Osservatorio per il contrasto della pedofilia e della pornografia minorile, che dovrebbe assicurare la raccolta capillare e l’analisi dei dati nonchè restituire evidenze sulla specificità dell’abuso online (distinguendolo da altre forme di abuso), per un’ampia conoscenza del fenomeno in Italia e orientamento degli interventi.

Anche per quanto riguarda i minorenni fuori dalla famiglia di origine c’è un’assenza di “visibilità”, declinata anche nella discordanza e incompletezza dei dati raccolti. L’ultima indagine campiona risale ormai al 31.12.2016, il dato relativo al numero delle strutture di accoglienza disponibile risale al 31.12.2017, mentre l’analisi del Rapporto CRC si fonda sugli ultimi dati disponibili al 31.12.2019 (complessivamente i minorenni fuori famiglia sono 27.608 pari al 2,9 per mille rispetto alla popolazione di minore età presente in Italia), con le criticità già segnalata con particolare riferimento alla disomogeneità e all’incompletezza delle informazioni e dei dati raccolti nelle singole regioni, peraltro espressi non in termini assoluti, ma in valori percentuali. È quindi ancora più evidente la necessità e l’urgenza di raccogliere e analizzare dati con criteri uniformi, in modo sistematico e continuo, in tutte le Regioni tramite il sistema S.In. Ba. (Sistema informativo sulla cura e la protezione dei bambini e delle loro famiglie), in modo da avere chiaro e disponibile in tempo reale il numero, la tipologia e le caratteristiche di tutti i minorenni fuori famiglia d’origine, nel superiore interesse di tutti i soggetti di minore età.

Nel corso degli anni e delle legislature non è invece ancora riuscito ad arrivare a conclusione l’iter per la riforma della Legge 91/92 che faciliti l’acquisto della cittadinanza italiana per i minorenni di origine straniera. La recente proposta di testo unico presentata alla Camera dei Deputati, accolta con favore in termini di ripresa del dibattito parlamentare rispetto ad una riforma considerata non più procrastinabile, seppur suscettibile di miglioramento, come ribadito dagli stessi ragazzi di Seconda generazione e da diverse Organizzazioni della società civile, rappresenta un’opportunità per superare le discriminazioni esistenti nell’ordinamento e garantire ai ragazzi di Seconda Generazione eguali diritti, per questo nel Rapporto CRC se ne auspica l’adozione.

Rispetto all’educazione, oltre alle preoccupazioni rispetto agli effetti della pandemia da Covid-19 sul learning loss e sulla salute mentale dei bambini e degli adolescenti, il tema prioritario trasversale all’analisi svolta nel Rapporto è quello relativo al consolidamento della qualità del sistema educativo e scolastico sotto il duplice versante della formazione del personale scolastico e della raccolta sistematica di dati. In particolare preoccupa l’attuale carenza di personale docente nelle scuole dell’infanzia, soprattutto nelle Regioni del Centro-Nord, dovuta anche alla differenziazione dei percorsi formativi universitari e dei relativi curricula per gli educatori dei servizi educativi prima infanzia e per i docenti della scuola infanzia.

Per quanto concerne la salute delle persone di minore età, ha iniziato a manifestarsi nella sua piena complessità il fenomeno del dilagante disagio adolescenziale con manifestazioni psicopatologiche e psichiatriche acute, gravi dal punto di vista delle condotte e diffuse dal punto di vista epidemiologico. All’aumentato bisogno di cura in una cronica disattenzione nel prevenire e ridurre l’insorgere dei disturbi mentali nel corso dell’età evolutiva, è corrisposto una risposta inadeguata, inefficace e differente a livello territoriale da parte dei servizi preposti. Solo un terzo dei circa 2 milioni di minorenni con un disturbo neuropsichiatrico riescono ad accedere ad un servizio territoriale di neuropsichiatria e solo la metà di questi ottengono risposte terapeutico-riabilitative appropriate con ampia disomogeneità tra le regioni. Anche in questo ambito tuttavia si denuncia la perdurante mancanza di un sistema informativo nazionale per la salute mentale delle persone di minore età che rende difficile analizzare le attività territoriali e gli andamenti regionali.

Partendo dall’analisi pubblicata sui consultori familiari a 40 anni dalla loro istituzione, che mette in luce la grande disomogeneità nella distribuzione territoriale, così come la diversa rappresentazione delle figure professionali presenti, nonché la differente offerta dei servizi, emerge chiaramente come sia necessario un loro rafforzamento e attualizzazione affinché siano effettivamente un punto di snodo fra servizi sanitari e sociali-educativi con équipe multi professionali, rivolti anche alle nuove famiglie, attenti alla medicina di genere e alla intercettazione precoce dei rischi e delle vulnerabilità. Una risorsa fondamentale per i diversi cicli della vita familiare: gravidanza, percorso nascita, incontro per adozione e affido, adolescenza e salute riproduttiva, menopausa. Il PNRR prevede forti investimenti per la riorganizzazione dei servizi territoriali di prossimità (per esempio la creazione delle Case della Comunità), è quindi auspicabile che anche i consultori familiari trovino un’adeguata e appropriata collocazione nella rete.