Anna era una bambina che non aveva mai visto un libro. Quando la incontrammo gliene regalammo uno. La bambina si sedette a terra, cominciò a sfogliarlo. Ad ogni pagina, fece mille domande. “Ti piacerebbe imparare a leggere” chiedemmo. Anna sgranò gli occhi stupita: non poteva neppure credere che una cosa simile fosse possibile per lei.
La lebbra impediva al padre di lavorare e la madre riusciva a guadagnare solo qualche spicciolo nei campi. La sorella maggiore di Anna, sposa giovanissima, era andata via. Imparare a leggere era per Anna un lusso impensabile. Concordammo con la madre di inserire Anna nel progetto del Sostegno a Distanza: la piccola sarebbe rimasta con lei, una persona in Italia li avrebbe aiutati a farla studiare. Non fu semplice convincerla.
A scuola Anna è stata subito apprezzata per il suo impegno e la passione. Alla domanda: “Cosa vorresti diventare?”. Lei ha sempre risposto: “Una maestra, così potrò insegnare a tanti bambini a leggere i libri”.
Il giorno in cui Anna ha deciso di scrivere di suo pugno alla sostenitrice abbiamo capito che aveva cominciato il suo percorso per appropriarsi del suo futuro. Per noi si presentava una nuova sfida: consolidare la situazione dell’intera famiglia per garantire ad Anna la continuazione della sua avventura.
Il Sostegno a Distanza non cambia solo la vita di un bambino, ma di tutta la sua famiglia. La storia di Anna ne è un esempio.
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