Due anni dopo le scuole in India hanno finalmente riaperto e, per ora, non sembrano che ci siano delle chiusure all’orizzonte.
Due anni di lockdown solo sporadicamente e localmente interrotto, hanno avuto un impatto devastante sulla scolarizzazione di molti bambini indiani.
Per moltissimi indiani, infatti, non poter beneficiare di dispositivi per la didattica o di una buona connessione, ha significato l’interruzione del percorso di studi.
Questo avrà delle ricadute sociali gravissime nei prossimi anni, per questi bambini emarginati lo studio rappresenta l’unica vera possibilità di speranza e di riscatto sociale.
Fortunatamente questo non è stato il caso dei bambini del Sostegno a Distanza, infatti i nostri colleghi in India con enormi sforzi sono riusciti a garantire ai bambini, anche a quelli dei villaggi più remoti e isolati, di mantenere i contatti con le scuole e di non rimanere indietro.
Tutto ciò è stato possibile anche grazie ad alcune trovate creative come le box dei compiti a casa.
Siamo riusciti a distribuire sul territorio numerose Dropbox, una sorta di caselle di posta in cui vengono inserite regolarmente le spiegazioni delle lezioni e i fogli di lavoro con gli esercizi che gli studenti devono ritirare. Ogni box “rifornisce” costantemente 7-8 bambini che vivono nella stessa area. Seguendo un calendario di scadenze programmate, i ragazzi poi riportano nella Dropbox i fogli compilati e, nello stesso tempo, ne ritirano di nuovi.
Con questo semplice metodo, che ha suscitato molto interesse da parte degli studenti e delle famiglie, gli insegnanti sono riusciti a portare avanti le lezioni di inglese, bengalese e matematica per tutti gli alunni dalle elementari fino alla decima classe, l’ultima obbligatoria nel sistema scolastico indiano. Al tempo delle connessioni ultraveloci in un mondo sempre più digitalizzato, delle semplici scatole di cartone possono ancora avere un valore enorme per comunicare.