Obiettivo del progetto è migliorare la salute della donna – in particolare la salute riproduttiva e materno infantile – e proteggere le categorie più vulnerabili dalla violenza di genere, come le mutilazioni genitali femminili e i matrimoni precoci e forzati, pratiche estremamente diffuse nell’area di intervento.
Noi, insieme ad Amref con i partner locali Amref Kenya e Find The Cure Kenya, intendiamo costruire ed equipaggiare il funzionamento di 3 centri di protezione dalla violenza di genere e di promozione della salute della donna in 3 siti (Maikona, Kargi e Wamba), sostenere 4 organizzazioni locali comunitarie per azioni di sensibilizzazione sui temi della salute riproduttiva e del contrasto alla violenza di genere, incrementare e migliorare la qualità dei servizi sanitari attraverso il rafforzamento del reparto di maternità dell’ospedale di Maralal e la costruzione di uno Shelter Materno Infantile (“rifugio materno”) per le donne in gravidanza
I beneficiari dell’intervento sono 300 ragazze e ragazzi a rischio di subire mutilazioni genitali femminili, matrimoni precoci e forzati, lavoro minorile, violenza fisica, 300 famiglie e più di 100 membri della comunità coinvolti e sensibilizzati, 2.000 tra donne e bambini utenti dell’ospedale di Maralal che potranno accedere a migliori servizi di maternità.
Questo progetto intende rispondere alle necessità e ai bisogni dell’area di intervento: la contea di Samburu presenta livelli di povertà assoluta che raggiungono il 77%, principalmente a causa della scarsità e irregolarità delle piogge. In Samburu solamente il 37% delle donne (su una popolazione di 200.000 persone) partorisce nelle strutture sanitarie provocando un’alta mortalità materna, il tasso Globale di Malnutrizione Acuta nei bambini sotto i 5 anni è del 19,5% e il 29,3% dei bambini è ritenuto a rischio di patologie mediche importanti.
Alti anche i tassi di malnutrizione materna. La violenza di genere è molto diffusa: le comunità dei Samburu, dei Borana, dei Rendille e dei Gabra mantengono una prevalenza persistentemente elevata di mutilazioni genitali femminili, fino all’86%, e circa il 23% di bambine e ragazze sono vittime di matrimoni forzati e precoci.
Questo progetto è reso possibile grazie al finanziamento della Regione Lombardia