Giulia parla con voi sostenitori tutti i giorni e spesso si emoziona ascoltando le vostre storie, scoprendo cosa vi spinge a fare un gesto così generoso e disinteressato come il Sostegno a Distanza.

Le abbiamo chiesto di condividere con noi uno di questi racconti.

Franca è nata in America ed è tornata in Italia dove abitavano i nonni quando era bambina. Aveva seguito il padre, con il resto della famiglia, negli Stati Uniti, per lavoro, e sempre per lavoro sono tornati a casa.

Sa personalmente cosa significa migrare per il benessere della famiglia.

Per 14 anni ha deciso di sostenere a distanza Mampi, che in India fin da piccina si è sempre presa cura dei fratelli mentre il padre viaggiava alla ricerca dei più disparati impieghi per mantenere la famiglia, unica fonte di reddito perché, come ricorda Franca, la madre di Mampi li ha lasciati anni fa.

Quando la chiamo per dirle che Mampi si è diplomata piange. Si ricorda di tutte le difficoltà che quella bimba, oggi ragazza ha affrontato in tutti questi anni: Mampi ha dovuto crescere in fretta, vivendo con i fratellini in condizioni al limite della sopravvivenza. Loro abitano infatti in una casa della tipologia Kutcha, o Kachcha, fatta cioè di fango, bambù e paglia. Sono case temporanee che necessitano di costante manodopera, diffusissime nei villaggi del West Bengal dove è attivo il nostro progetto di Sostegno a Distanza, difficilmente queste case hanno accesso alla rete idrica ed elettrica, richiedendo quindi altro tempo e risorse per raggiungere fonti in cui raccogliere l’acqua utile per bere, cucinare e prendersi cura della propria igiene, in questi ultimi due anni di pandemia più che mai.

Con il sostegno a distanza Franca ha dato la possibilità a Mampi di studiare, ha aiutato la sua famiglia a reperire le risorse per rispondere ai propri bisogni, le è stata accanto nelle numerosissime “ristrutturazioni di casa”, soprattutto a seguito degli uragani Amphan e Yaas e le ha dato gli strumenti per poter concretamente desiderare di costruire la sua futura vita in una casa vera.

Grazie Franca e in bocca al lupo Mampi!”