Oltre 130 milioni di bambine e donne hanno subito mutilazioni genitali nei paesi dove questa è più diffusa e oltre 700 milioni sono state costrette a sposarsi in tenera età. Sono i dati che Unicef ha presentato in occasione del Girl Summit a Londra. Più di una su 3, circa 250 milioni, si è addirittura sposata sotto i 15 anni. Così diventa difficile frequentare la scuola e allo stesso tempo le rende più vulnerabili alle violenze domestiche e a morire di complicazioni quando rimangono incinte.

Il nostro impegno su entrambi i fronti

Per questi e molti altri motivi da anni stiamo lavorando sia contro le mutilazioni genitali femminili, sia contro i matrimoni precoci. In entrambi i casi, la migliore arma è l’informazione, ma anche la denuncia e il coinvolgimento di tutta la comunità. Senza che la società capisca il dramma a cui vanno incontro queste bambine, il problema non può essere risolto.

Una buona notizia

Comunque c’è una buona notizia che ci spinge ad andare avanti: un’adolescente di oggi ha il 30% di probabilità in meno di subire mutilazioni rispetto a 30 anni fa. Molti paesi hanno visto addirittura dimezzata la diffusione, e la maggior parte della cittadinanza pensa che sia necessario fermare questa pratica. Proprio questa pressione sociale sarà importante per spingere i governi e le istituzioni a bandirle e punirle. Ma senza cambiamenti, da qui al 2050 circa 65 milioni di ragazze potrebbero subire mutilazioni.

Come ha specificato Anthony Lake di Unicef “non dimentichiamo che questi numeri rappresentano vite reali. Non possiamo lasciare che le enormi cifre ci rendano insensibili, ci devono obbligare ad agire”.