“La mia era una famiglia bella e felice. Io ed Eugenio, mio marito, avevamo fatto tanto per costruirla solida e serena. Fino a due anni fa vivevamo in una bella casa con nostro figlio Leonardo di sette anni e, per la nostra gioia, aspettavamo Giovanna, che sarebbe arrivata in aprile.
Quando aspettavo Leonardo, Eugenio e io avevamo deciso insieme che non avrei lavorato e mi sarei occupata della crescita e dell’educazione di Leonardo e della nostra casa. Non eravamo certo ricchi, ma con tanti sacrifici e tanto amore eravamo riusciti nel nostro intento. Finché a gennaio la nostra vita è andata in pezzi: Eugenio si è ammalato e nel giro di poche settimane ci ha lasciati. Ero al settimo mese di gravidanza, senza un lavoro, con un figlio di 7 anni e senza più avere accanto il compagno di una vita. Mi era crollato il mondo addosso.
Le persone straordinarie che ho incontrato al Centro hanno avuto un ruolo fondamentale, perché senza la loro spinta e senza la loro professionalità, la mia famiglia sarebbe andata veramente allo sbaraglio
Sono stati mesi difficilissimi, in cui mi sono salvata dalla depressione grazie al pensiero che dentro di me c’era la vita. Una vita che sarebbe venuta alla luce di lì a poco e che avrebbe avuto bisogno di tutta la mia forza e tutta la mia concentrazione. A darmi maggiori preoccupazioni era però Leonardo, che soffriva enormemente per la mancanza del papà e “sfogava” la sua disperazione con atteggiamenti mai visti prima: ogni motivo era buono per fare capricci, gridare e scagliarsi contro di me, non studiava più e anche a scuola si dimostrava aggressivo e violento con i compagni. Mi sentivo sola ed esausta e quando è arrivata Giovanna i problemi con mio figlio sono addirittura aumentati, perché il bambino sentiva che la mia attenzione nei suoi confronti stava diminuendo. Col passare dei mesi, poi, i pochi risparmi che io ed Eugenio avevamo messo da parte sono finiti alla velocità della luce: è molto difficile sostenere l’affitto di una casa e le esigenze dei bambini senza uno stipendio a disposizione. Non avrei mai pensato che la mia vita, non dico perfetta ma almeno serena, potesse prendere una piega del genere, da un giorno all’altro. Ero stanca, ma soprattutto molto preoccupata: quale sarebbe stato il nostro futuro? Cosa avrei potuto garantire a Leonardo e Giovanna? Che fine avremmo fatto?
A novembre 2015, durante un colloquio scolastico, l’insegnante di Leonardo mi parlò di Varcare La Soglia, dei suoi servizi dedicati alle famiglie in difficoltà e soprattutto delle attività per i bambini. Pensai che se non fossi stata più in grado di seguire mio figlio, avrei almeno dovuto trovare qualcuno che potesse farlo al posto mio. E così mi recai al Centro di Milano, dove raccontai la mia dolorosa storia a una psicologa gentile e sensibile, che inserì immediatamente Leonardo nel programma per i bimbi.
Giorno dopo giorno, colloquio dopo colloquio, iniziai a vedere grossi miglioramenti in mio figlio: con l’aiuto degli operatori aveva ripreso a fare i compiti, a giocare e a sorridere, ma soprattutto aveva iniziato ad accettare l’idea che il suo papà non ci fosse più. Il suo viso era più disteso e i suoi occhi avevano ritrovato la vitalità di sempre. E fu proprio quella vitalità, insieme al percorso che avevamo intrapreso al Centro, che mi convinsero che non tutto era perduto. Con una determinazione che credevo svanita, accettai i consigli degli operatori e lasciai che mi aiutassero a trovare un lavoro. Ero diplomata in ragioneria e, pur non avendo mai praticato la professione, anni e anni di cura del bilancio familiare mi avevano tenuta in allenamento! Decisi di iscrivermi a un corso professionale per rinfrescare le mie competenze, scrissi per la prima volta il mio cv e iniziai a inviarlo a tutte le aziende che cercavano risorse. Sono stati anni durissimi, che però mi hanno insegnato a non gettare la spugna e a non darmi mai per vinta. In questo le persone straordinarie che ho incontrato al Centro hanno avuto un ruolo fondamentale, perché senza la loro spinta e senza la loro professionalità, la mia famiglia sarebbe andata veramente allo sbaraglio. Mi hanno restituito la fiducia nel futuro e soprattutto in quelle capacità, le mie, che non avevo mai messo alla prova. Hanno garantito una stabilità a Leonardo e ci hanno aiutati a ricostruire il nostro rapporto. E per tutto questo li ringrazierò per sempre.
Oggi lavoro come impiegata part-time in una piccola azienda di Milano, Giovanna ha 2 anni, Leonardo 9. Conduciamo una vita serena, viviamo nella stessa casa di due anni fa e siamo sicuri che, se Eugenio ci vedesse, sarebbe davvero fiero di noi.”
Il lieto fine non esiste soltanto nei film. E vogliamo garantirlo a tutte le famiglie che pensano di non poter più essere felici. Dacci una mano anche tu, scopri come fare.
Noi abbiamo dato fiducia a Eleonora. Vuoi farlo anche tu?
Il gesto che stai per fare aiuterà centinaia di persone a ricevere il giusto sostegno per fare il primo passo per “uscire dalla povertà” e dal disagio.
Grazie al tuo sostegno aiuteremo queste famiglie con figli in stato di povertà. I servizi che stai aiutando a sostenere serviranno per aiutare nella ricerca di un lavoro dopo averlo perso, per riallacciare i legami familiari deteriorati dallo sconforto e dall’incertezza economica e sociale, per ritrovare speranza e opportunità nel rapporto con “l’altro” e con la collettività.
- Cibo per chi non ha più nulla da mettere in tavola.
- Supporto psicologico per chi è costretto ad affrontare situazioni troppo complicate.
- Formazione e orientamento al lavoro per chi lo ha perso.
- Laboratori educativi e attività allegre e colorate perché nessun bambino perda la sua spensieratezza e il suo diritto a diventare un adulto felice e realizzato.
- Nuovi Centri di aiuto a Bari, Catanzaro, Genova, Roma, Napoli e Torino, per raggiungere sempre più famiglie e sempre più bambini per cui il nostro aiuto rappresenta la possibilità di iniziare un nuovo cammino, fatto di speranza e opportunità.