LA MIA VITA NON È MAI STATA FACILE, HO DOVUTO SOPPORTARE TANTA SOFFERENZA E TANTA UMILIAZIONE

Sono una giovane madre di 25 anni con 3 bambini piccoli di 9, 7 e 6 anni. Il mio compagno è stato in carcere per molto tempo e ho dovuto crescere i miei figli da sola, senza l’aiuto di nessuno, contando solo su piccoli lavori saltuari, che non hanno mai garantito stabilità né a me né ai miei figli.

Ricordo ancora quel giorno tremendo in cui non avevo nulla da cucinare e ho implorato la madre del mio compagno affinché mi desse qualcosa, ma lei con freddezza e sdegno non mi ha aiutata neanche in quell’occasione, abbandonando non soltanto me, ma anche i suoi nipoti…non una fetta di pane, una cipolla, un bicchiere d’acqua, niente!

Sono stati mesi molto difficili, che si sono complicati ancora di più quando il mio compagno, dopo 4 anni detenzione, è tornato a casa per scontare gli arresti domiciliari.
Per via della lunga lontananza infatti, Paolo non riconosceva più i suoi figli né loro riconoscevano il lui. Era una situazione straziante e io per prima ho lottato tanto per ricostruire la mia famiglia e cercare di tirare avanti nel modo più “normale” possibile, ma la serenità sembrava un miraggio. Ho pianto per giorni, mi sentivo sola, impotente e disperata, perché avevo perso la fiducia nel mondo e soprattutto in me stessa.

Finché un giorno, grazie a una mia cara amica, ho conosciuto il Programma per Varcare La Soglia.

Con un po’ di timore mi sono presentata al primo colloquio con gli operatori, durante il quale, tra le lacrime, ho raccontato la situazione che vivevo a casa e la frustrazione di aver pensato che il ritorno a casa del mio compagno avrebbe risolto ogni problema e riportato la felicità in famiglia.

Proprio durante quel colloquio è arrivata la chiave per affrontare con coraggio e lucidità ciò che mi stava schiacciando: “quello che stai vivendo è del tutto normale”, mi disse sorridendo la psicologa, “dopo tanti anni di separazione non è semplice ricostruire i legami tra persone. Serve tempo, ma soprattutto serve tenacia e tranquillità”.

Il solo fatto di sapere che la mia situazione fosse “normale” e “affrontabile” mi ha dato tanto conforto, ma soprattutto la spinta giusta per provare a ricostruire una nuova quotidianità, a inventare nuove strategie per inventare un “domani” migliore.

Mi piaceva molto la parola “ricostruire” perché, tutto sommato, era quello che avevo sempre fatto, per tutta la vita, fino a quel momento: ricostruire quello che si era rotto. Mi era capitato spesso, prima di allora, di sentirmi persa e affogata nello sconforto, eppure ero sempre riuscita a rimettere insieme tutti i pezzi…perché non avrei dovuto farlo un’altra volta?

Colloquio dopo colloquio, mi sono riscoperta una donna forte, che accetta le sfide e ama vincerle. E ho capito che, se volevo davvero qualcosa, allora dovevo attivarmi per ottenerla.

La prima “sfida” è stata quindi quella di recuperare ciò che la vita e le sue difficoltà mi avevano portata ad abbandonare: in primis la scuola media. Quando gli operatori mi hanno proposto di conseguire il diploma per la licenza media, ho colto l’occasione per misurare la mia forza di volontà…e ce l’ho fatta!

È stato un momento straordinario, perché ho capito che da quel traguardo poteva iniziare un nuovo percorso pieno di possibilità e, cosa più importante, non mi sono più sentita sola, anzi. Mi sono sentita appoggiata, sostenuta e valorizzata da persone meravigliose, che hanno creduto in me fin dal nostro primo incontro.

Dopo il diploma di licenza media ho proseguito i colloqui e insieme agli educatori e ho valutato diverse possibilità: l’iscrizione a progetti regionali, la compilazione di CV e la ricerca di lavoro.

Ad oggi sto cercando dei corsi di formazione per prendere l’attestato di qualifica professionale e anche il mio compagno, che ha finito di scontare la pena, vorrebbe iniziare un percorso di orientamento presso il Programma per Varcare La Soglia, per costruire un futuro fatto di possibilità e non commettere più gli errori del passato.

Sono stati anni duri e molto intensi, ma questa esperienza mi ha aiutata a capire che, anche se a volte la vita non va come vorresti, bisogna andare avanti con speranza e determinazione. Per te stessa per i tuoi figli e per la tua famiglia”.

Dare fiducia a qualcuno significa aiutarlo a essere più forte per affrontare le sfide di ogni giorno. Noi abbiamo scelto di attivare il circolo virtuoso della fiducia diffusa.

Noi abbiamo dato fiducia a Sabrina. Vuoi farlo anche tu?

Il gesto che stai per fare aiuterà centinaia di persone a ricevere il giusto sostegno per fare il primo passo per “uscire dalla povertà” e dal disagio.

Grazie al tuo sostegno aiuteremo queste famiglie con figli in stato di povertà. I servizi che stai aiutando a sostenere serviranno per aiutare nella ricerca di un lavoro dopo averlo perso, per riallacciare i legami familiari deteriorati dallo sconforto e dall’incertezza economica e sociale, per ritrovare speranza e opportunità nel rapporto con “l’altro” e con la collettività.

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