Non è possibile lasciare la responsabilità di salvare vite umane alla scelta individuale di un capitano. Impedire operazioni salvavita e mettere a rischio la vita dei naufraghi, costituisce una violazione non solo della Costituzione Italiana ma anche del Diritto Internazionale.

Chiediamo al Governo Italiano di porre fine alla sofferenza delle persone a bordo di SeaWatch e di garantire un attracco in porto sicuro, per iniziare quanto prima le attività di assistenza e accoglienza alle 42 persone – molti minori, in mare da ormai 14 giorni.

In 14 gg nessuna soluzione politica e giuridica è stata possibile e la responsabilità di salvare 42 vite umane a bordo di SeaWatch è stata completamente lasciata alla scelta individuale, di disubbidienza, del capitano Carola Rackete.

“Riteniamo inaccettabile e disumano lo stallo politico che ha impedito l’attracco in un porto sicuro di tutte le persone a bordo dell’imbarcazione”

Proprio per questo, non meno di 48 ore fa, l’Ente ha sottoscritto, insieme ad altre 40 associazioni impegnate nella tutela dei minori e dei migranti, la lettera inviata al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, con la richiesta di adempimento, da parte dell’Italia, ai suoi doveri di solidarietà, assistenza e accoglienza, così come previsto dalla Costituzione Italiana e dal diritto internazionale.

Nella lettera veniva sottolineata l’urgenza inderogabile che tutte le persone a bordo, in particolare i minori e le altre persone vulnerabili, possano toccare terra in un porto sicuro nel minor tempo possibile e che alle valutazioni politiche venga anteposta la tutela della vita e dell’incolumità degli esseri umani.

In queste ore drammatiche nello specchio di mare antistante Lampedusa si continua a porre in secondo la salvaguardia dei diritti umani di persone, tra questi molti minori, che sono state già vittime di violenze e privazioni.

Persone stremate e disperate, in mare da orami 14 giorni. Di fronte a tanta sofferenza umana non è accettabile il comportamento delle autorità italiane che continua a negare lo sbarco in un porto sicuro e una protezione adeguata.

Impedire operazioni salvavita e mettere a rischio la vita dei naufraghi, costituisce una violazione non solo della Costituzione italiana ma anche del diritto internazionale.

La lettera è stata firmata da:

  • Fondazione L’Albero della Vita
  • A buon diritto
  • ACP – Associazione Culturale Pediatri
  • Amnesty International Italia
  • ANFAA – Associazione
  • Nazionale Famiglie Adottive e Affidatarie
  • ANPEF – Associazione nazionale dei pedagogisti familiari
  • Arci
  • ASGI
  • Associazione Antigone
  • Associazione Antonia Vita – Carrobiolo
  • Associazione “A Roma, Insieme – Leda Colombini”
  • Associazione La Rosa Roja Onlus
  • Associazione Comunità Papa Giovanni XXIII
  • Associazione 21 Luglio Onlus
  • CAMMINO – Camera Italiana avvocati per la persona, le relazioni familiari e i minorenni
  • Casa dei diritti sociali – FOCUS
  • Centro Astalli
  • CIAI – Centro Italiano Aiuti all’Infanzia
  • CINI – Coordinamento Italiano NGO Internazionali
  • CIR – Consiglio Italiano per i Rifugiati
  • CISMAI – Coordinamento Italiano dei Servizi contro il maltrattamento e l’abuso all’infanzia
  • Cittadinanzattiva
  • CNCA – Coordinamento Nazionale Comunità di Accoglienza
  • Coordinamento Genitori Democratici – CGD
  • EDI Onlus
  • Emergency
  • FCEI – Federazione delle Chiese Evangeliche in Italia
  • Fondazione Mission Bambini
  • Fondazione Roberto Franceschi Onlus
  • Gruppo Nazionale Nidi e Infanzia
  • INTERSOS
  • l’abilità Onlus
  • La Gabbianella e altri animali Onlus
  • L’altro diritto Onlus
  • MAMI – Movimento Allattamento Materno Italiano OdV
  • Médecins du Monde – Missione Italia
  • Medici per i Diritti Umani
  • Medici Senza Frontiere
  • Oxfam
  • Salesiani per il Sociale APS
  • Save The Children Italia
  • SAO – Saveria Antiochia Osservatorio Antimafia
  • Senzaconfine
  • SOS Villaggi dei Bambini
  • Terre des Hommes