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Chi studia la natura la chiama “capacità di adattamento”: è quella propensione che permette alle specie animali e vegetali di adattarsi all’ambiente in trasformazione trovando le soluzioni giuste per sopravvivere. Ed è anche la stessa a cui nell’ultimo anno abbiamo dovuto affidarci per portare avanti il Sostegno a Distanza.


Fin da maggio, infatti, a causa dell’arrivo del Coronavirus in India e, subito dopo, di quello del ciclone Amphan che ha devastato le zone in cui abitano le nostre famiglie, ci siamo resi conto che non potevamo più soltanto occuparci del benessere, della salute e dell’istruzione dei bambini iscritti al programma ma che il sostegno a distanza doveva trasformarsi in un “sostegno alla sopravvivenza” ai nuclei familiari.

Perdendo il lavoro e a causa delle restrizioni, infatti, le famiglie hanno cominciato a rischiare seriamente di morire di fame. Così abbiamo adattato alla grave situazione le modalità del nostro sostegno, distribuendo, capanna per capanna, molti beni alimentari e aiutando economicamente alcune famiglie in grande difficoltà cui serviva una spinta per rialzarsi sulle proprie gambe. È quanto è accaduto alla famiglia di Priyanka, una ragazza inserita da tanti anni nel nostro programma, che vive con i genitori e la sorella nel villaggio di Baruli.

Prima della pandemia e della crisi economica, suo padre muratore e sua madre lavoratrice a giornata riuscivano a portare a casa uno stipendio mensile rispettivamente di 4000 rupie (circa 45 euro) 2500 rupie (circa 30 euro). Poco ma abbastanza per mantenere la famiglia. Con il lockdown hanno entrambi perso il lavoro e, per sbarcare il lunario, hanno cominciato a vendere i frutti di alcune piante di guaiava che avevano nel giardino. Poche settimane dopo, però, il ciclone Amphan ha sradicato gli alberi e danneggiato la loro abitazione. Senza soldi e senza lavoro, hanno dovuto chiedere un prestito a un parente per riparare la casa, utilizzando il resto del denaro per iniziare a vendere verdure porta a porta. Poteva essere un nuovo inizio ma, purtroppo, il padre si è ammalato ed è stato necessario utilizzare i soldi guadagnati per le sue cure.

Per mettere fine al periodo stregato della famiglia di Priyanka, sono intervenuti i nostri operatori. Li hanno inseriti nel nostro programma di Cash Transfer (uno degli strumenti che abbiamo messo in campo per rispondere all’emergenza) e hanno fatto loro una piccola donazione che gli ha permesso di riavviare l’attività.

Vendendo verdure oggi guadagnano qualche euro al giorno e riescono a sopravvivere dignitosamente. Sono grati a L’Albero della Vita perché, grazie a voi sostenitori, riusciamo a essere sempre presenti nei loro momenti di difficoltà.