Ad accompagnare una nostra delegazione, che di recente è andata in missione in India c’era anche il piccolo Daniele, 10 anni. Un giorno, mentre insieme agli adulti visitava le capanne di un villaggio del Bengala Occidentale, Daniele ha incontrato un altro bambino, Monoj, con cui si è subito creata una bella intesa, diventata addirittura speciale quando i due hanno scoperto di essere nati lo stesso giorno dello stesso anno.
Il loro compleanno era proprio pochi giorni dopo e così Daniele è andato a trovare Monoj a scuola e da lì si è collegato via Skype con i suoi compagni di classe in Italia che hanno fatto gli auguri a entrambi. In modo del tutto inatteso, in quei pochi giorni era nata un’amicizia!
Una volta tornato a casa, il nostro Daniele ha raccontato con entusiasmo del suo nuovo amico alle maestre che hanno avuto una bella idea: hanno organizzato una giornata in cui i bambini della classe di Daniele e quelli di prima elementare hanno preparato delle spremute d’arancia che hanno poi venduto nell’intervallo a tutti gli altri bambini della scuola.
Con il ricavato sono riusciti a regalare a Monoj e agli 80 bambini della sua scuola in India un orologio a testa.
Ma perché proprio un orologio? In realtà, l’idea è stata delle maestre indiane che hanno spiegato alle colleghe italiane come la maggior parte dei “loro” bambini non abbia alcuno strumento che dia loro la cognizione del tempo e che per questo motivo molti di loro si presentano a scuola in ritardo.
Addirittura in alcuni villaggi la sveglia dei ragazzi è affidata a qualche anziana signora che possiede un orologio e che ogni mattina, al momento opportuno, colpisce con un bastone dei secchi di metallo trasformati per l’occasione in campane, fornendo una sveglia collettiva.
Ora però, grazie a questa bella storia di amicizia, nel villaggio di Monoj la sveglia suonerà in ogni capanna.
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