A volte si fa fatica a chiedere aiuto soprattutto perché si conosce la fatica che oggi anche in Italiasi fa per arrivare a fine mese. Ma dopo quasi dieci anni vissuti a contatto della gente più povera, vedendo la loro solitudine a volte così pesante da diventare disperazione, il coraggio si trova perché per quanto la situazione da noi possa essere drammatica non è mai come quella che vivono i miei bambini in baracche fatiscenti, sporche, senza servizi igienici, acqua o corrente.
La malnutrizione o meglio la denutrizione è ancora all’ordine del giorno, proprio ieri abbiamo accolto nella nostra casa di accoglienza Kervenson, sei mesi di vita, due chili e trecento di peso. Un dramma umano entra in casa nostra insieme ai già tanti altri drammi accolti in questi due anni.
Una povertà estrema quella del popolo di Waf Jeremie, baraccopoli di Haiti nata sull’immondezzaio comunale dai cercatori di immondizia, da chi cioè per vivere cerca tra ciò che gli altri scartano…. E qui gli altri sono altri poveri.Una povertà che non permette di accedere ai servizi sanitari per cui un raffreddore diventa un problema.
Una povertà in cui l’ignoranza la fa da padrona per cui la maggioranza dei bimbi accolti sono figli orfani di genitori sieropositivi che non hanno voluto curarsi convinti che la loro malattia fosse opera del diavolo.
Una povertà che nega l’accesso all’educazione e che quindi continua a produrre poveri.
Una povertà che è miseria umana, culturale, economica, spirituale.
Per questo ho il coraggio di chiedere aiuto per i miei bambini: non vi parlo dei bambini poveri del mondo ma di Michael, Jeff, Donelson, Faby, Sebastien, Kelinda, Ronalson, Peterson, Matulda, Ismael, Stanley….. e potrei riempire pagine con i loro nomi e le loro storie.
Basta poco, un sacrificio piccolo, un accettare che un altro bimbo, lontano, entri a far parte della tua famiglia e per quel bambino essere parte della tua famiglia significherà vedersi spalancare le porte della speranza. Speranza di una vita diversa o forse speranza di una vita.
Vi chiedo di sostenerci attraverso il Progetto di Sostegno a Distanza gestito da Fondazione L’Albero della Vita che da anni cammina con noi per le strade di Waf.
Un abbraccio a ciascuno
Suor Marcella
Francescana Missionaria
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