Sono al sicuro ma non possono muoversi liberamente né andare a scuola i 61 bambini del Sostegno a Distanza che vivono nel Darjeeling. In questa regione indiana, infatti, da diversi mesi sono in corso violenti scontri tra la popolazione e le autorità e uno sciopero generale che ha coinvolto ogni attività ha fatto chiudere le classi e sospendere le lezioni.

A giugno, infatti, il governo del Bengala Occidentale ha annunciato che l’insegnamento della lingua bengalese sarebbe diventato obbligatorio in tutte le scuole dello Stato, quindi anche nel Darjeeling dove però vive una nutrita comunità nepalese, oltre un milione di persone che appartengono all’etnia Gurkha e che da oltre un secolo rivendicano l’indipendenza.

Appena ha cominciato a circolare la notizia, vissuta dalla popolazione come una prevaricazione del governo e come la volontà di imporre una cultura diversa sulla propria, sono cominciate le proteste e gli scontri con la polizia.

Per fortuna i “nostri” bambini non sono stati coinvolti direttamente nei disordini ma attualmente la situazione non è tranquilla e purtroppo il nostro staff indiano non è ancora riuscito a raggiungere la città di Mirik e i villaggi circostanti per andarli a trovare e per raccogliere le cartoline indirizzate ai loro sostenitori italiani.

Sappiamo, però, che stanno tutti bene e siamo impazienti di ricevere ulteriori aggiornamenti di cui vi terremo aggiornati, sperando in una rapida conclusione della situazione di emergenza.